Barone, Sindacato infermieri: “Le aziende violano la legge chiedendo turni anche di 17 ore”

AgenPress. Stefano Barone, Segretario nazionale Nursind, è intervenuto ai microfoni de L’Italia s’è Desta condotta dal direttore Gianluca Fabi e Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus per parlare del problema dei turni massacranti ai quali sono sottoposti gli infermieri, argomento divenuto tristemente noto dopo la morte della giovane Sara Viva Sorge.

“Purtroppo è un allarme che abbiamo lanciato anni fa. Tanti colleghi fanno notte e mattina di seguito, anche oltre le 17 ore a turno. Oggi, dopo due anni di pandemia, questa cosa è inammissibile. Il turno fatto in urgenza per un’assenza improvvisa ovviamente costringe il personale, per garantire l’assistenza, a proseguire l’orario di servizio. Costantemente però i colleghi si vedono da turnazione i doppi turni, questo figlio di una carenza ormai cronica che investe la categoria da più di 10 anni. Siamo costretti ormai a parlare di normalità. Ricordiamo a tutti che questa è una violazione della legge. La permanenza in servizio è regolamentata per un massimo di 12 ore 50 e le aziende continuano a far permanere i colleghi per più di 17 ore. Le aziende continuano a violare quello che è regolamentato dalla legge. In nome di quella che è “l’urgenza”, una parola magica che giustifica tutto, tutto diventa lecito e giustificato”.

Eppure si era parlato di nuove assunzioni: “Le nuove assunzioni, soprattutto quelle avvenute nel primo periodo della pandemia, sono state caotiche. I colleghi sono stati catapultati dentro gli ospedali, dentro i reparti covid in particolare, dove dovevano osservare procedure nuove anche per gli anziani. Tante volte si faceva formazione con un video tutorial”.

C’è poi il problema delle aggressioni: “Il personale continua a rischiare quotidianamente di essere aggredito. Di concreto non è stato fatto nulla. Stiamo cercando di far capire che un fabbisogno concreto e reale del personale infermieristico nelle unità operative abbatte del 20% la mortalità dei ricoverati, se c’è un rapporto adeguato tra infermieri e pazienti. insomma, neanche il covid è riuscito a cambiare qualcosa”.

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