La UE condanna l’Italia per i femminicidi. Tirrito: “Ancora troppa distanza tra le leggi e la vita reale”

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AgenPress. “La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha condannato l’Italia per non aver protetto una donna e i figli dalla violenza domestica finita in tragedia è purtroppo la fotografia del ritardo con il quale il nostro Paese sta affrontando il problema”.

A parlare è Maricetta Tirrito, presidente del Laboratorio Una Donna.

“Se è vero che gli strumenti legislativi nel corso degli anni hanno fatto passi in avanti, su tutto si pensi al cosiddetto Codice Rosso, è purtroppo altrettanto vero che la distanza tra i codici e la vita reale è ancora grandissima.

Troppe volte – prosegue Tirrito – le segnalazioni non ricevono la giusta attenzione, troppe volte il controllo delle disposizioni formalmente a carico dei violenti vengono rese vane dalla quotidianità. Troppe volte, infine, le donne maltrattate non vedono vie d’uscita perché non sanno come riorganizzare la propria vita

Il caso per cui l’Europa ci ha condannato risale al settembre 2018 quando un uomo a Scarperia (Firenze) uccise a coltellate il figlio di un anno, ferendo in modo grave la convivente e cercando di uccidere l’altra figlia.

‘I procuratori – è affermato in sentenza – sono rimasti passivi di fronte ai gravi rischi che correva la donna e con la loro inazione hanno permesso al compagno di continuare a minacciarla e aggredirla’.

Un caso finito in tragedia, ma molto simile a decine di casi che ancora oggi quotidianamente accadono. E’ dunque fondamentale che lo Stato riesca a calare nella quotidianità i concetti di tutela e sostegno previsti dall’ordinamento. La sfida oggi – conclude – è su questo punto”.

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