Violenza donne. Istat, in un anno 15mila richieste di aiuto, boom durante il lockdown. “Ha amplificato la paura”

AgenPress –  Sono oltre 15 mila le donne che nel 2020 hanno iniziato il percorso personalizzato di uscita dalla violenza presso i Centri antiviolenza che aderiscono all’Intesa Stato-Regioni. Per più di tremila sono stati interventi in emergenza, con un aumento nei mesi di marzo, aprile e maggio (quando si sono registrate le percentuali più alte di interventi in urgenza, rispettivamente pari a 21,6%, 22,9%, 21,2%).

In questi tre mesi c’è stato un aumento degli interventi in emergenza. Emerge dalla Rilevazione sulle utenti dei Centri antiviolenza (CAV), che l’Istat ha condotto per la prima volta nel 2020, sulle chiamate al 1522, il numero di pubblica utilità istituito dal Dipartimento per le pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio.

Quest’anno le chiamate al numero 1522 sono in calo: nei primi nove mesi del 2021 sono state 12.305, erano state 15.708 nel 2020 e 8.647 nel 2019. Dal report emerge “le misure restrittive alla mobilità, adottate per il contenimento della pandemia, hanno amplificato nelle donne la paura per la propria incolumità”.

Per circa 7.700 donne la violenza non è nata con la pandemia: il 40,6% subisce violenza da più di 5 anni, il 33,6% da 1 a 5 anni. La storia di violenza vede nove donne su 10 segnalare di aver subito violenza psicologica, il 67% violenza fisica e il 49% minacce, il 38% violenza economica.

Nel 59,8% dei casi l’autore della violenza è il partner convivente, nel 23% un ex partner, nel 9,5% un altro familiare o parente; le violenze subite fuori dall’ambito familiare e di coppia costituiscono solamente il restante 7,7%.

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