Il Dipartimento della Difesa, che gestisce i pagamenti dei risarcimenti attraverso i suoi comandi combattenti regionali, non è stato in grado di parlare direttamente con la famiglia di Ahmadi perché non ci sono truppe statunitensi in Afghanistan per guidare la discussione. A complicare la conversazione c’è anche il desiderio della famiglia di trasferirsi negli Stati Uniti, una decisione gestita dal Dipartimento di Stato, non dal Pentagono.
Ahmadi era uno dei 10 civili afgani, inclusi sette bambini, uccisi in un attacco di droni durante gli ultimi giorni dell’evacuazione degli Stati Uniti e del ritiro dall’Afghanistan. Inizialmente, il Pentagono ha difeso l’attacco, indicando esplosioni secondarie come prova che c’era materiale esplosivo nell’auto di Ahmadi, anche se sono emerse notizie locali secondo cui civili erano stati uccisi.