UNICEF/verso COP 27: in Egitto 5,3 milioni di bambini esposti alle ondate di calore

L’Egitto ottiene il punteggio più alto nella regione per quanto riguarda l’esposizione dei bambini agli shock climatici e ambientali: si stima che 5,3 milioni di bambini siano esposti alle ondate di calore.  

Entro il 2050, 4 Paesi – Egitto, Gibuti, Yemen e Sudan – avranno probabilmente più di 103 milioni di bambini e 53,5 milioni di adolescenti che saranno più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici. 


AgenPress. L’UNICEF ha pubblicato l’Indice di rischio climatico per i bambini (CCRI) della regione del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA), con particolare attenzione all’Egitto. L’Indice mette in luce la vulnerabilità dei bambini che vivono in molti Paesi della regione agli impatti dei cambiamenti climatici. 

In vista della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP27, che si terrà in Egitto a novembre, il rapporto si concentra sull’impatto dei cambiamenti climatici sui bambini e sulle famiglie egiziane, rispetto al resto della regione. Il rapporto rivela che in relazione all'”esposizione agli shock climatici e ambientali”1, l’Egitto si colloca nella categoria di “rischio estremamente elevato”, con un punteggio nell’indice di 7,3 (su 10) – il più alto della regione. L’Egitto è altamente esposto agli shock climatici e ambientali: ad esempio, si stima che 5,3 milioni di bambini siano esposti alle ondate di calore. Le temperature medie in Egitto sono aumentate di 0,53 gradi Celsius per decennio negli ultimi 30 anni. L’Egitto rientra tra i primi tre Paesi della regione in quattro parametri di rischio su sette. 

In quattro Paesi2 in Medio Oriente e Nord Africa vivono bambini che affrontano rischi elevati o molto elevati di cambiamento climatico. Ciò significa che nel 2021 circa 86 milioni di bambini (0-17 anni) e oltre 34 milioni di giovani (15-24 anni) hanno dovuto affrontare questi rischi3. Entro il 2050, questi Paesi probabilmente avranno più di 103 milioni di bambini e 53,5 milioni di adolescenti4 che, in assenza di interventi immediati di mitigazione e adattamento, saranno più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici.  

Il rapporto rivela anche che l’Egitto ha ottenuto un punteggio di 3 in relazione alla “vulnerabilità agli shock climatici e ambientali”, che rientra nella categoria “rischio medio-basso”. Ciò indica che la disponibilità e la qualità dei servizi essenziali per i bambini, come l’acqua, i servizi igienici, l’assistenza sanitaria, la nutrizione e l’istruzione, tra gli altri, sono generalmente superiori alla media regionale, riducendo la vulnerabilità dei bambini in Egitto. I bambini che hanno un accesso adeguato ai servizi di base non solo sono meno vulnerabili, ma è probabile che siano più resilienti e adattivi nella loro risposta ai cambiamenti climatici. 

Di fronte alle sfide del cambiamento climatico, i Paesi della regione hanno risposto con misure diverse. Prendendo come esempio l’Egitto, il Paese ha rafforzato i suoi impegni per affrontare il cambiamento climatico e mitigarne le conseguenze, sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, nel corso degli anni, ha investito nel benessere dei bambini, concentrandosi sulle famiglie più vulnerabili e sulle aree geografiche più svantaggiate. 

Sebbene gli impatti della crisi climatica nella regione siano profondamente preoccupanti, c’è spazio per l’azione e l’ottimismo. È necessario agire con urgenza per proteggere i bambini e i giovani adattando i servizi sociali essenziali ai cambiamenti climatici, preparandoli con formazione sul clima, assicurando che le loro voci siano ascoltate e prese in considerazione e dando loro priorità nei finanziamenti, nelle politiche e nell’allocazione delle risorse per il clima. 

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