Ungheria. Per la prima volta l’opposizione unita contro il filo putiniano Viktor Orban

AgenPress – Dalle 6 sono aperti i seggi in Ungheria, che oggi vota per le prime elezioni politiche che per il premier nazionalista Viktor Orban, trionfante per ben 12 anni nelle ultime tre, si presentano come incerte.

Il suo partito Fidesz, accusato fra l’altro di essere filo-putiniano in una campagna elettorale resa ancora più accesa dalla guerra nella vicina Ucraina, deve vedersela stavolta con un’opposizione che per la prima volta si presenta unita, con un’alleanza, piuttosto eterogenea al suo interno, fra sei partiti, accomunati dalla volontà di riportare l’Ungheria nel canale dell’europeismo, dell’atlantismo e della democrazia liberale.

L’opposizione cercava da tempo un candidato primo ministro che potesse piacere anche a un elettorato del genere, e l’ha trovato infine in Péter Márki-Zay, economista e sindaco della piccola città di Hódmezővásárhely.

Márki-Zay ha 49 anni, è cattolico, ha sette figli e si dichiara apertamente un conservatore: al contempo ritiene che le sue credenze religiose non vadano imposte a tutti, e che l’Ungheria vada riavvicinata al resto dei paesi europei garantendo maggiore indipendenza ai tribunali e contrastando con più risorse la corruzione, che negli anni di Orbán è diventato un problema molto sentito dagli ungheresi.

I seggi si chiudono alle 19 e le prime proiezioni sui risultati sono attese fra le 23 e la mezzanotte. Ci si attende un’affluenza piuttosto elevata, intorno al 70%.

I seggi elettorali sono circa 10.200 in tutta l’Ungheria, gli aventi diritto al voto 9,7 milioni. A questi ultimi potrebbero aggiungersi circa 300 mila voti per corrispondenza da parte degli ungheresi residenti all’estero. Si eleggono 199 deputati, 106 dei quali in circoscrizioni uninominali con maggioritario secco, 93 con il sistema proporzionale con uno sbarramento del 5%.

Sulla scheda proporzionale, in totale, ci sono 6 liste: oltre a Fidesz (il partito di Orban) e all’alleanza dell’opposizione Uniti per l’Ungheria (socialisti, socialdemocratici, liberali, verdi e centristi nazionalisti), c’è una lista dell’estrema destra (Movimento della Patria), un partito denominato del Cane a due code, un partito no-vax, uno finanziato da un miliardario dell’industria del porno (Movimento per la soluzione) e un alleato di Fidesz. Liste, queste ultime, che potrebbero sottrarre qualche voto all’alleanza d’opposizione. Sulla scheda uninominale, ci sono in totale 664 candidati, 6-7 per ogni circoscrizione. Per vincere, bisogna conquistare almeno 55 circoscrizioni su 106.

 

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