Ucraina. Ferito a Kherson il giornalista di Repubblica Corrado Zunino. Tajani, “sta bene”. Ucciso il suo collaboratore

AgenPress – Un giornalista italiano del quotidiano La Repubblica è rimasto ferito durante un attacco con un drone a Kherson, ha dichiarato mercoledì  su Twitter il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani.

Ma le notizie peggiori arrivano dal suo collaboratore, Bogdan Bitik, coinvolto anche lui ed ucciso. Bitik lascia la moglie e un figlio.

Tajani ha detto che il giornalista Corrado Zunino sta “bene ed è seguito dalla nostra ambasciata a Kiev”. 

“Sono stato in contatto con il ministro (degli Esteri) Kuleba che mi ha assicurato la piena collaborazione delle autorità ucraine. Ho informato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ho espresso la mia solidarietà e il mio sostegno al Direttore di (La Repubblica) Maurizio Molinari”.

Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, ha detto che Zunino è stato ferito vicino al ponte Antonivskyi.

“Il nemico sta bombardando la regione di Kherson. Un uomo di 26 anni è stato ferito in un attacco di artiglieria su Stanislav”, ha detto mercoledì Yermak su Telegram. “I russi hanno anche bombardato l’area del ponte Antonivskyi, provocando il ferimento di un rappresentante della stampa straniera”.

Zunino, 57 anni, di Genova è stato portato nell’ospedale cittadino con una ferita alla spalla. Kherson, sud dell’Ucraina, è una delle città più coinvolte nel conflitto. Sia Zunino che Bitik sarebbero stati vittime di un agguato ad opera di cecchini russi.

Una volta dimesso, Zunino tornerà in Italia. Sia il 57enne che Bitik viaggiavano indossando un giubbotto con la scritta “Press”. Tutti e due sono reduci da mesi di lavoro come reporter nelle terre del conflitto ed entrambi erano fuori dall’auto quando sono stati raggiunti dai colpi, fatali per il collaboratore. Zunino si è invece faticosamente trascinato lontano dal veicolo mettendosi al riparo.

“Ci hanno colpito, ho visto Bogdan a terra, non si muoveva, ho strisciato fino a togliermi dalla fila del fuocoHo corso fino a quando non ho incrociato un’auto di un civile. Ero pieno di sangue, mi sono fatto portare fino all’ospedale di Kherson. Ho provato più volte a chiamare Bogdan, non rispondeva, era un mio grande amicoè una sofferenza atroce“., ha raccontanto Zunino.

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