Ucraina. Ente tedesco, sostituire l’antivirus Kaspersky. Gabrielli, liberarci da tecnologia russa

AgenPress –  Il Bsi, l’Ente federale tedesco per la Sicurezza nella informazione tecnica, consiglia “di sostituire l’antivirus Kaspersky con prodotti alternativi”.

“L’azione delle forze armate e di intelligence in Russia e le minacce lanciate contro Ue, Nato e Germania nell’attuale conflitto armato – spiega – sono associate ad un rischio considerevole di successo di un attacco informatico. Un produttore IT russo può condurre operazioni offensive, essere costretto ad attaccare sistemi contro la sua volontà o essere spiato a sua insaputa come vittima di un’operazione informatica o essere utilizzato come strumento per attacchi ai propri clienti”.

Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Franco Gabrielli con delega alla Sicurezza nazionale ha affermato in una intervista al Corriere che “dobbiamo liberarci da una dipendenza dalla tecnologia russa. -ha avvertito Gabrielli- “Per esempio quella dei sistemi antivirus prodotti dai russi e utilizzati dalle nostre pubbliche amministrazioni, che stiamo programmando di dismettere, per evitare che da strumento di protezione possano diventare strumento di attacco.

Pur non nominandolo direttamente, Gabrielli pare riferirsi proprio all’antivirus Kaspersky. Le soluzioni antivirus di Kaspersky sono tra le più utilizzate al mondo (è nella top cinque dei produttori globali) e sono adottate, come ricorda lo stesso sottosegretario, anche da diverse pubbliche amministrazioni italiane. Sono circa 2.700 le partnership con il settore pubblico e coinvolgono ministeri, comuni, alcuni settori delle forze dell’ordine, partecipate nei servizi di pubblica utilità. Kasperksy collabora inoltre con moltissime aziende private, anche di primo piano come il team Ferrari di Formula 1 (che alcuni giorni fa però, dopo lo scoppio della guerra, ha fatto sparire il nome dell’azienda russa dai partner sul sito della Scuderia).

La possibilità che Vladimir Putin decida di usare l’antivirus Kaspersky come arma informatica è una prospettiva che spaventa molti esperti. Questi programmi possono diventare Cavalli di Troia per eventuali attacchi” –ha affermato Adolfo Urso, presidente del Copasir– “Gli antivirus devono essere costantemente aggiornati da chi li sviluppa. È importante prendere contromisure adeguate. La Russia è il Paese più significativo al mondo a livello di guerra cibernetica.

È necessario realizzare una difesa attiva, non puntare solo a proteggerci. Bisogna equiparare gli attacchi informatici su vasta scala ad attacchi terroristici”.

Il fondatore dell’azienda, il matematico Eugene Kaspersky, si difese dalle accuse: “Io cyberspia del Russiagate? Attaccano me per colpire Putin.

Cosa farei se Putin mi chiedesse di aiutare i servizi segreti russi? Gli direi di no. Se una società di sicurezza informatica facesse diversamente sarebbe morta”.

Per Corrado Giustozzi, esperto e divulgatore di sicurezza elettronica, co-fondatore di Rexilience, “è plausibile che nel contesto attuale, l’azienda possa ricevere pressioni o minacce dal governo russo. Non penso tanto a uno scenario di spionaggio attivo, quando piuttosto a un malware creato dagli stessi russi che l’antivirus potrebbe volontariamente non rilevare e lasciar passare”.

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