Trapani. Cominciato sbarco 800 migranti da Sea Eye 4. A bordo anche 170 minori, 53 donne di cui 2 in gravidanza

AgenPress – Continuano a scendere dalla Sea-Eye 4 i più di 800 migranti recuperati nello specchio d’Acqua tra Libia e Sicilia in diversi interventi: a bordo anche 170 minori, tra cui diversi bambini, 53 le donne di cui 2 in gravidanza. La maggior parte  – terminate le operazioni d’identificazione ed i primi controlli sanitari – saranno fatti salire su due navi quarantena già in porto.

La macchina dell’accoglienza organizzata dalla prefettura sta lavorando ed andrà avanti probabilmente per tutta la notte per le visite con tamponi e l’identificazione. Alcune delle persone salvate hanno trascorso 5 notti sulla nave. Il medico dell’ospedale di bordo la tedesca Daniela Klein ha curato oltre 200 persone per varie esigenze mediche.

“La nostra dottoressa di emergenza e l’intero equipaggio hanno realizzato cose inimmaginabili negli ultimi giorni: oltre 800 persone soccorse non solo hanno portato la nave stessa, ma tutti a bordo, al limite della sua capacità”, ha affermato Harald Kischlat,membro del consiglio di amministrazione di German Doctors e.V.

I migranti provengono tutti dall’Africa: Guinea, Somalia, Costa d’Avorio, Nigeria, Egitto, Togo e Mali. Molti presentano ferite ed ustioni. In Libia alcuni sono stati torturati. I bambini ricevono giochi attenzioni – colori e fogli dove disegnare con i volontari della Croce Rossa Italiana, dell’UNCHR e Save the Children. Le operazioni si prolungheranno per tutta la notte.

Due navi quarantena sono pronte e aspettano poco fuori le acque del porto: la prima – la GNV Azzurra – è entrata in porto alle 17.30 e servirà per la quarantena Covid, quando sarà al completo si utilizzera’ la sua gemella. Rimarranno in rada al largo delle coste trapanesi con tamponi che saranno effettuati con regolarità.

“Gli Stati Ue devono avvertire con urgenza Malta che il centro di controllo dei soccorsi a La Valletta deve finalmente rispondere nuovamente alle chiamate di emergenza e coordinare le emergenze in mare, indipendentemente dal colore della pelle o dall’origine delle persone in difficoltà”, aveva scritto l’ong su twitter.

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