Tassone: “Senza la presenza dei cristiani democratici la politica continuerà a essere un surrogato nocivo e la democrazia un’espressione linguistica”

AgenPress. Una giornata importante quella del 13 maggio in cui si è svolto a Roma in Via in Lucina l’incontro fra le varie realtà che si richiamano alla storia del popolarismo e dei cristiani democratici per dare vita ad una associazione unitaria.

Le dispersioni in varie formazioni hanno rimosso i popolari dalla geografia politica del Paese: una grande storia e un patrimonio di cultura umana. C’è voluto un golpe di alcune procure e la resa di chi aveva responsabilità nel Ppi perché il Paese cancellasse i grandi partiti politici e, con leggi elettorali che hanno sovvertito il rapporto tra eletti ed elettori, hanno svuotato la partecipazione dei cittadini, minato le fondamenta democratiche della nostra Repubblica.

Oggi non è più tempo dei disinvolti e temerari trapezisti, ma è quello della ragione. Il centro nasce non per decreto legge ma ritrovando il gusto della politica in cui libertà e diritti non siano richiami astratti, ma un modo di vivere con intensità di sentimenti e fede. Il centro si forma dove vive la politica e le istituzioni democratiche.

Dicevo un incontro importante quello del 13 maggio. Molte presenze e tante disponibilità. E’ l’ennesimo tentativo per perseguire la formazione di un soggetto unitario che raccolga i popolari.

Senza la presenza dei cristiani democratici la politica continuerà a essere un surrogato nocivo e la democrazia una espressione linguistica. Bisogna scegliere di esserci con il decoro che la eredità di Sturzo e De Gasperi richiede.

Si faccia una scelta coraggiosa in cui gli individualismi scompaiono per trovare in una unica associazione lo strumento per riprendere un cammino violentemente interrotto molti anni or sono. Mantenere tante sigle non si va da nessuna parte. Ricostruiamo tutti insieme la nostra casa diroccata.

C’è tanto materiale di qualità con cui ricostruire e colmare i tanti vuoti politici e culturali accumulati negli anni.

Pretendiamo il riconoscimento per quello che siamo. La nostra vocazione non è quella della stampella ma di essere al servizio del Paese con la forza della passione che solo gli uomini liberi hanno.

Mario Tassone

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