Tagliente – Massucci: “La gestione delle piazze violente tra criticità e soluzioni”

Dalle proteste di Parigi e Israele alle violenze anarchiche e del tifo in Italia. Il Prefetto Tagliente e Questore Massucci a confronto con il mondo della scienza e della comunicazione. Per gestire le proteste la via maestra è la costruzione della piazza mettendo al centro il metodo del dialogo


AgenPress. Dalla rivolta contro la riforma delle pensioni che incendia Parigi, alle proteste di massa in Israele contro la riforma della giustizia, a quelle contro la teocrazia iraniana, alle violenze anarchiche in Italia e alle azioni violente delle frange estreme del tifo, le piazze hanno ricominciato ad essere un punto nevralgico della sicurezza e dell’ordine pubblico. E i cambiamenti sociali, il mondo social, i mutamenti del mondo sindacale hanno modificato profondamente le dinamiche di piazza.

Sull’importanza di adeguare le metodologie di pianificazione e gestione delle manifestazioni si sono confrontati, in un dibattito su Italia 7, condotto da Gaetano D’Arienzo, il questore di Livorno, Roberto Massucci, il prefetto Francesco Tagliente, che è stato anche questore di Roma, e il direttore del Tirreno di Livorno, della Gazzetta di Reggio, della Gazzetta di Modena e de La Nuova Ferrara, Luciano Tancreti. Sul tema sono intervenuti anche il direttore del Dipartimento Global Security di Snam Andrea Chittaro e il neuroscienziato Pietro Pietrini, direttore Molecular mind laboratory Scuola IMT Alti Studi Lucca.

Tagliente e Massucci sono ritenuti i massimi esperti nel settore. Hanno gestito la quasi totalità dei grandi eventi anche di rilievo internazionale ospitati dal nostro Paese negli ultimi anni, tra visite e vertici di Capi di Stato e di Governo, Grande Giubileo del 2000 e Olimpiadi invernali di Torino 2006 e manifestazione di piazza violente nella Capitale. Massucci ha gestito anche la sicurezza del Giubileo della Misericordia del 2017. Entrami sono stati al vertice dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive e responsabili della sicurezza della Nazionale di calcio.

“Per tentare di prevenire la violenza nel corso delle manifestazioni di piazza e delle frange estreme del tifo, sono importanti visione e metodo con una, attenta e meticolosa, pianificazione e condivisione delle misure organizzative, strutturali e ambientali, per la sicurezza dei cittadini e dei manifestanti. Va cercato il dialogo, ad ogni costo, per ridurre le conflittualità e le tensioni sociali e allo stesso tempo alimentare la coesione interistituzionale e la cooperazione internazionale”, hanno sottolineato Massucci e Tagliente. ” Bisogna prevenire saldature tra gruppi violenti specialisti di guerriglia urbana – hanno aggiunto – Serve attivare tutti gli organismi deputati alla valutazione della minaccia e delle potenziali criticità in fase di gestione degli eventi. Dal Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (CASA) ai Comitati Nazionale e provinciali per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica (CNOSP e CPOSP). Tenere in considerazione il ruolo del Tavolo Tecnico del Questore, i sopralluoghi preventivi per la condivisione delle misure, così come per le manifestazioni sportive è essenziale il ruolo dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive”.

In altre parole, è stato sottolineato, “la gestione dell’ordine pubblico non può mai essere ridotta ad un mero impiego delle Forze di polizia”. “Le piazze – hanno insistito i due esperti – devono rappresentare uno spazio di agibilità confortevole della protesta, meritevole di rispetto anche da parte delle stesse Forze dell’ordine. Assistere ad interventi, spesso isolati, di appartenenti alle forze di polizia restituisce l’immagine di una piazza fuori controllo in cui si è strutturata l’animosità tra due gruppi in conflitto tra loro: chi rappresenta lo Stato e chi è contro”

Il Prof. Pietro Pietrini ha ribadito come la possibilità di scendere in piazza e manifestare pacificamente sia un segno tangibile di democrazia e come tale debba essere preservata e garantita. Proprio per questo diventa importante prevenire i fenomeni che possono far sì che eventi di legittima manifestazione di dissenso e protesta degenerino in atti di violenza e distruzione. Pietrini ha ricordato come già Seneca avesse richiamato i pericoli della folla, dove il singolo rischia di perdere i limiti della correttezza del proprio comportamento e di essere contaminato dalle manifestazioni più deteriori del gruppo. Nel comportamento di massa si osservano talvolta modalità violente che ciascuno dei componenti, preso isolatamente, assai difficilmente metterebbe in atto.

È stata l’occasione anche per riflettere pubblicamente con il direttore Luciano Tancreti e con il rappresentante della Snam, delle buone pratiche emerse dalla pianificazione e gestione delle misure organizzative per la sicurezza delle decine di manifestazioni contro le politiche fossili del governo e il rigassificatore di Piombino, cui hanno partecipato una quarantina di comitati, reti, associazioni e sigle, comprese realtà anarco-antagoniste provenienti da vari luoghi d’Italia. Una occasione per riflettere insieme sulla potenzialità del dialogo per tentare di conciliare il polo delle libertà con quello dell’autorità tenendo come filo conduttore la garanzia dell’esercizio dei diritti costituzionali.

“La costruzione della piazza con il metodo del dialogo – hanno concluso Massucci e Tagliente – è la via maestra per proteggere la inviolabile libertà di pensiero che ci indica la Costituzione.

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