AgenPress. Per il Parlamento europeo da oggi la Russia è «stato terrorista». 494 europarlamentari hanno votato la risoluzione con cui Mosca viene riconosciuta come «sponsor del terrorismo».
In 4 hanno votato contro, tra cui Massimiliano Smeriglio, europarlamentare indipendente eletto nelle liste del Pd, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.
“Non è in discussione il giudizio su Putin, sull’occupante russo, sui crimini di guerra, il tema è testimoniare l’ipotesi di un’altra strada, l’altra strada è quella di non precludere in natura un ruolo dell’UE di chi tenta di mantenere aperto un canale diplomatico e politico, perché purtroppo la pace si fa con i nemici -ha affermato Smeriglio-. Putin è un nemico dell’Europa e dell’Ucraina, iscrivere la Russia tra i Paesi terroristici allontana ulteriormente qualsiasi opzione di trattativa e di ruolo positivo dell’UE. Anche se rispetto il voto della stragrande maggioranza dei miei colleghi, dire: quel Paese è un Paese terroristico, vorrebbe dire che dovremmo chiudere l’ambasciata russa a Roma e rimarrebbe in piedi solo l’opzione militare. Un Parlamento dovrebbe avere fermezza ma anche tenere aperti i canali diplomatici. Ovviamente sui social ci sono molte situazioni emotive: ho ricevuto molte critiche e molti apprezzamenti. In questo momento non ho un partito, sono un indipendente, quindi rimango leale rispettando la posizione del Pd, è anche abbastanza imbarazzante immaginare che si possa scrivere la storia in maniera unanime. Io non voglio mettere la mia firma a sostegno di un’ulteriore escalation di carattere militare, che non aiuta soprattutto chi sta sotto le bombe”.
Sull’UE oggi. “L’Europa in questo momento è un vaso di coccio tra vasi di piombo e temo molto per la capacità di immaginare soluzione autonome e quindi legate agli interessi dei popoli europei. In questo momento il soggetto prevalente è un soggetto militare che è la Nato, noi però dobbiamo sforzarci di tenere aperti gli spazi di democrazia come il Parlamento europeo”.
Sull’alleanza PD-M5S alle regionali. “In questo momento nel Lazio governiamo con una coalizione di campo largo che va da Calenda a Renzi ai Verdi al M5S. E’ un’esperienza in corso. Quindi il mio appello è abbastanza banale: se non ci sono motivi ostativi sull’esperienza comune che Roberta Lombardi ha fatto con questa coalizione di governo, come ha fatto Calenda, non capisco perché dovremmo dividerci.
Termovalorizzatore? E’ un oggetto che incenerisce i rifiuti e non li valorizza, ma penso che fare del Lazio solo una questione di termovalorizzatore sì o no, mi pare incomprensibile. Nel piano rifiuti dei prossimi 5 anni della Regione Lazio non c’è nessun inceneritore. Io continuo a far appello all’unità. Se tutto il campo del centrosinistra non sarà unito non credo andremo lontano”.