Bianco (CIMO FESMED): “L’ingerenza della sanità privata è notevole. Bisogna rendere il pubblico competitivo”

AgenPress. Vincenzo Bianco, segretario regionale di CIMO FESMED, è intervenuto nella trasmissione “Italia città aperta” condotta da Roberta Feliziani in onda su Cusano Italia Tv

“Abbiamo ereditato un debito di sanità di 22,3 miliardi di euro”, dice il presidente Rocca della regione Lazio. Un commento.

“E’ vero, c’è un debito enorme, bisogna razionalizzare la spesa perché i cittadini pagano il servizio: è giusto che vengano assistiti al meglio. Lo si può fare”

Rocca ha chiesto ai sanitari di indicare i fabbisogni ai direttori sanitari e ha convocato le organizzazioni sindacali della sanità privata. Lei crede che ci sia troppa ingerenza del privato nel pubblico?

“Oggi c’è stato un incontro con tutte le organizzazioni sindacali della dirigenza medica di parte pubblica e si è parlato dei pronto soccorso e dell’assistenza. La CIMO FESMED ha ribadito che bisogna lavorare in sicurezza. Sul discorso pubblico-privato mi permetto di suggerire un tavolo. L’ingerenza della sanità privata è notevole. Bisogna rendere il pubblico competitivo, attraverso maggiore dotazione organica, maggiore attrazione, competizione e qualità del servizio”

Da questo tavolo di oggi: cosa è stato deciso?

“Bisogna incentivare i medici che lavorano nei pronto soccorso. Verranno dati dei soldini in più per i medici che fanno più ore nei pronto soccorso”

Per quanto riguarda le assunzioni: perché sono ferme le graduatorie?

“L’ultima è dell’Umberto Primo, ormai in carenza cronica. I medici credono davvero nella professione, i medici giovani vanno via. Va rifatta la formazione a monte, va incrementato il numero dei medici”

Perché non si attinge alle graduatorie? Durante il Covid sono stati richiamati i medici in pensione, questa è un’emergenza nell’emergenza: avere una carenza in pronto soccorso vuol dire far morire le persone. Perché non vengono chiamati più medici?

“Ci sono delle graduatorie aperte nella regione Lazio ma le assunzioni sono state bloccate. Oggi il mio sindacato mi ha chiesto spiegazioni ma alla Regione non risultava questo blocco. Tutte le richieste che arrivano loro danno parere favorevole ma non succede in tutte le aziende. Abbiamo sollecitato la Regione a sbloccare le assunzioni. In pediatria dell’Umberto Primo si può attingere alle graduatorie ma sono ferme”

Perché alla Regione Lazio non risulta?

“A loro risulta il via libera a tutte le richieste pervenute”

Quindi vengono bloccate dalla burocrazia? C’è qualche burocrate che fa il gioco delle tre carte?

“Probabilmente. Mi rendo conto che devono mettere le procedure, sono neo eletti e forse non hanno molta esperienza”

E sulla storia dei posti letto che rispondono? Che sono sufficienti?

“Questo è un problema nazionale, sono stati chiusi circa 140 ospedali, oggi siamo tra i più bassi d’Europa per numero di posti letto. È uno smantellamento della sanità pubblica. Sulla sanità pubblica si investe sempre di meno e ci si rivolge al privato. Ma il privato non reinveste, o lo fa solo in piccola parte. È una sanità pubblica in dismissione. Per i medici non è un problema. All’estero i medici italiani sono super richiesti, ce li contendono tutti. Bisogna decidere la classe politica cosa vuole fare. Dopo la conquista di una sanità pubblica per tutti si sta passando ad una sanità che solo chi ha soldi può permettersi”

La questione dell’intramoenia ha complicato la questione?

“Per i medici sono ultra documentati: se un medico lavora bene, non capisco perché non possa lavorare in clinica”

No, non mi riferivo a questo, mi riferivo al fatto che un paziente spesso chiede la visita in ospedale e gli viene detto di aspettare 6 mesi, mentre se la fa con lo stesso medico in intramoenia gli viene detto oggi o domani. È strana questa cosa, no?

“Adesso le aziende sono centralizzate. Se ci sono liste d’attesa lunghe è perché ci sono lunghe richieste. Se paga il paziente viene chiamato subito, o quasi. Prima delle 24 ore però non è possibile”

Sono troppo dilatati i tempi del pubblico.

“Il pubblico deve aumentare l’offerta e questo è possibile”

Secondo lei usciremo da questa situazione?

“Tra vent’anni la sanità pubblica non ci sarà più, se andiamo avanti di questo passo”

C’è una volontà di voler danneggiare il pubblico a fronte per il privato?

“Favorire il privato per il privato, sì”

Per quanto riguarda la medicina di precisione: quali sono state le risultanze di questo incontro?

“La medicina di precisione ha un approccio mirato. Il tumore ha delle caratteristiche, le cosiddette mutazioni, in base a queste mutazioni abbiamo dei farmaci che neutralizzano quella cellula. Questa è la medicina di precisione. Il melanoma e le metastasi oggi superano i 5-10 anni con la medicina di precisione. Il problema è che questi farmaci sono farmaci ad alto costo”

Quanto influisce il medico a gettone in questo?

“Sono state fatte una serie di forzature e questo è gravissimo, anche a livello europeo. L’esito della cura, la sicurezza della cura, è importante. Se viene violato questo principio allora non c’è bisogno del medico”

Quando vi rivedrete dopo questa visita di oggi?

“A breve ci sarà un’altra riunione. Non ci sono solo i pronto soccorso, ma anche i reparti, la degenza, c’è anche il paziente oncologico, cardiologico e via dicendo. Speriamo ci sia una spinta propulsiva”

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