AgenPress. In queste settimane, a Bruxelles si sta discutendo del futuro di un bene che lega tutte le famiglie italiane: la casa.
Nel nome dellโefficientamento energetico, gli edifici residenziali sarebbero obbligati a raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033, quelli pubblici addirittura entro il 2027 e il 2030, rispettivamente.
Vi sarebbero alcune eccezioni per gli edifici riconosciuti come di โinteresse storicoโ, ma ciรฒ non cambia lo scenario. Secondo i dati Ance, infatti, su 12,2 milioni di edifici residenziali oltre 9 milioni non sarebbero in grado di garantire la classe richiesta.
La nuova norma, pensata nelle stanze europee senza alcuna analisi dellโimpatto sulle diverse nazioni, avrebbe conseguenze drammatiche per il settore immobiliare del nostro Paese e per il patrimonio degli italiani, oltretutto in tempi di grande difficoltร economica che hanno giร richiesto troppi sacrifici.
Tutti devono fare la propria parte per tutelare lโambiente e rispettare il pianeta, ma non possiamo permettere questo stravolgimento, irrazionale e assurdo. Sarebbe lโennesima scelta europea a svantaggio dellโItalia, come il โNutriscoreโ che penalizza le nostre eccellenze alimentari o lo stop alla produzione di veicoli con motore benzina o diesel dal 2035. Un danno per tutte le economie del nostro continente e lโennesimo regalo alla Cina.
Ci opporremo, nel nome del buonsenso e del realismo, come Governo ma soprattutto come italiani: la casa รจ un bene prezioso, frutto dei sacrifici di una vita, luogo di memorie ed affetti. Lo difenderemo ad ogni costo. Ad esempio, come Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti abbiamo giร pronto un fondo di oltre 1,5 miliardi di euro per 3 anni da dedicare alla riqualificazione urbana e al recupero del patrimonio edilizio.
Abbiamo giร fermato la sinistra italiana sulle tasse e le patrimoniali, lo faremo anche oggi.