Salario minimo, Lidia Undiemi (economista): “Difficile recepire la direttiva europea senza compromettere la contrattazione collettiva”

AgenPress. Lidia Undiemi, economista e consulente tecnica in vertenze di lavoro in favore di dipendenti , è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Ilaria Sambucci su Radio Cusano Campus.

Salario minimo. “Quello previsto dai CCNL è ciò che ha garantito retribuzioni decenti per decenni. Quello di cui si sta discutendo oggi è il salario minimo legale, deciso dalla politica, cioè la politica che inizia a stabilire le regole sui salari. Questo deriva da una direttiva europea, che vuole fare un’ingerenza sulla definizione dei salari. I sindacati stanno cercando di capire come recepire questa direttiva europea, ma è molto complicato mantenere l’autonomia della contrattazione collettiva con questa ingerenza della politica nella definizione dei salari. E’ pericolosa l’idea che l’Europa ha del salario minimo, io non mi fido”.

Sulle parole di Visco sul salario minimo. “Mi sembrano discorsi da bar. Lui è presidente di un organismo indipendente questo è un ragionamento politico che spetta al governo, al parlamento, quindi non si comprende perché il presidente di Bankitalia debba occuparsi del salario minimo e farlo con estrema superficialità”.

Pnrr. “Il Pnrr è una Troika che ce l’ha fatta, cioè l’idea che l’Europa attraverso dei prestiti possa dettare le riforme. Leggendo il trattato del Mes è prevista la partecipazione di capitale privato ai piani di finanziamento, con la contropartita delle riforme. Questo fa pensare che il privato possa quantomeno influenzare le riforme stesse”.

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