Rivoluzione nella storia della prevenzione. Con un solo test possono essere trovati 4 tumori femminili

AgenPress – Un nuovo test che utilizza un solo campione di cellule raccolte durante lo screening per diagnosi del tumore del collo dell’utero potrebbe permettere di identificare precocemente anche il cancro della mammella, dell’ovaio e dell’utero. In sostanza quattro tumori con un solo prelievo: sarebbe una rivoluzione nella storia della prevenzione dei tumori femminili.

I risultati delle ricerche in due studi pubblicati su Nature Communications, una sul tumore al seno e l’altra sul tumore ovarico, sono stati ottenuti su campioni di donne, e gli stessi autori – un’equipe internazionale  – hanno concluso che saranno necessari altri studi clinici su più ampia scala per verificare se il nuovo esame, chiamato WID test (Women’s cancer risk IDentification) potrà davvero prevedere il rischio che una donna si ammali non di uno, ma di più forme di cancro.

In Italia convivono con una diagnosi di carcinoma ovarico 49.800 donne e 5.200 sono quelle che si ammalano ogni anno: non c’è test di screening per questo tumore e nemmeno sintomi specifici che ne facciano sospettare la presenza. Infatti nel 75-80% dei casi la diagnosi arriva quando la malattia è in fase avanzata, al 3° o 4° stadio.

Il cancro al seno, invece, è il tumore più frequente nelle donne di tutte le fasce di età. In Italia ogni anno vengono diagnosticati 55.000 nuovi casi, e la malattia di solito viene diagnosticata con la mammografia e, nelle donne giovani, con l’ecografia mammaria. Ma è indubbio – come scrivono i ricercatori – che sarebbe importante avere nuovi test, in grado di predire o individuare ancora prima la malattia.

Il tumore della cervice uterina, infine,  rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni; i test impiegati nello screening sono attualmente il Pap-test e l’HPV-DNA test: si eseguono con un semplice tampone di routine alla cervice uterina, e hanno ridotto l’incidenza e la mortalità per questo tipo di cancro di oltre il 50%.

Il carcinoma ovarico epiteliale è di gran lunga la causa più comune di morte ginecologica associata al cancro. Per affrontare questo problema, la sfida più grande affrontata è stata identificare il gruppo di donne a più alto rischio di sviluppare questa malattia devastante per la quale possono essere offerte misure per diagnosticare precocemente e/o prevenire la malattia.

 

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