Rinviato a giudizio l’ultimo patron di Eternit, Stephan Schmidheiny. “Odio gli italiani”

Agenpress – Rinviato a giudizio per omicidio volontario Stephan Schmidheiny, il magnate svizzero e unico proprietario ancora in vita di Eternit. Lo ha deciso il gup di Vercelli, Fabrizio Filice al termine dell’udienza preliminare, accogliendo la linea accusatoria dei pubblici ministeri Roberta Brera, Francesco Alvino e Gianfranco Colace. L’imprenditore dovrà rispondere della morte di 392 cittadini di Casale Monferrato, decedute per le conseguenze dell’esposizione all’amianto. Il processo si aprirà il prossimo 27 novembre davanti alla Corte d’Assise di Novara.

Intanto ha fatto clamore la frase pronunciata nel corso di una intervista ad un quotidiano svizzero. “Dentro di me provo odio per gli italiani. Quando oggi penso all’Italia provo solo compassione per tutte le persone buone e oneste che sono costrette a vivere in questo Stato fallito. Non ho intenzione di vedere una prigione italiana dall’interno – ha detto il magnate -. Alla fine il mio comportamento sarà giudicato correttamente e un giorno verrò assolto”.

“Ho capito che mi sarei dovuto occupare della mia igiene mentale per non lasciarmi abbattere da tutti questi incredibili attacchi. Mi sono reso conto di provare dentro di me un odio per gli italiani e che io sono il solo a soffrire per questo”.

Tornando al giudizio: “«Stephan Schmidheiny, ancora oggi, dimostra nessuna pietà verso le persone che sono morte a causa dell’amianto”, ha detto il pubblico ministero Gianfranco Colace nel suo intervento dedicato alle repliche alle arringhe dei legali del magnate. Il magistrato ha anche ricordato che “oggi si ammalano e muoiono le persone che non hanno mai messo piede in quella fabbrica”.

Inoltre, ha ammesso di non riuscire a reggere il “carico emotivo” della lunga serie di processi a suo carico, e che si è dovuto occupare della sua igiene mentale per poter resistere. Il processo Eternit Uno è stato spacchettato in quattro filoni, spettanti a quattro procure diverse, dopo che il gup Federico Bompieri di Torino aveva derubricato il reato di omicidio da doloso a colposo. A Torino è rimasto lo spezzone per due morti di Cavagnolo (Schmidheiny è già stato condannato a 4 anni), a Napoli è andato quello per otto morti di Bagnoli, a Reggio Emilia per alcuni morti di Rubiera e a Vercelli per 392 vittime casalesi.

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