Rigopiano. Condannato il sindaco di Farindola a 2 anni e 8 mesi. 25 assoluzioni. La rabbia dei parenti delle vittime

AgenPress – Due anni e otto mesi al sindaco di Farindola (Pescara), Ilario Lacchetta, 25 le assoluzioni in totale e cinque le condanne decise del gup di Pescara, Gianluca Sarandrea, sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto, il 18 gennaio del 2017, da una valanga, evento in cui morirono 29 persone. Claudio Baldini e Sara Angelozzi, 40enni di Atri, Luciano Caporale, 54enne e la moglie Silvana Angelucci, 46enne di Castel Frentano (Chieti), Valentina Cicioni, 32enne di Monterotondo (Roma), salvo il marito Giampaolo Matrone; Sebastiano di Carlo, 49enne e la moglie Nadia Acconciamessa, 47enne, salvo il figlio Edoardo. Domenico di Michelangelo, 41enne, e la moglie Marina Serraiocco, 36enne di Osimo, salvo il figlio Samuel; Piero Di Pietro, 53enne, la moglie Rosa Barbara Nobilio, 51enne di Loreto Aprutino (Pescara); Stefano Feniello, 28enne di Valva (Salerno), salva la fidanzata Francesca Bronzi; Marco Tanda, 25enne di Macerata, e la fidanzata Jessica Tinari, 24enne di Vasto (Chieti); Tobia Foresta, 60enne, e la moglie 50enne Bianca Iudicone di Montesilvano (Pescara); Marco Vagnarelli, 44enne, e la compagna Paola Tommasini, 46enne di Castignano (Ascoli).

Le vittime tra i lavoratori dell’albergo sono il proprietario Roberto Del Rosso, 53enne, Alessandro Giancaterino, 42enne del posto; Alessandro Riccetti, 33enne di Terni; Emanuele Bonifazi, 32enne di Pioraco (Macerata); Gabriele D’Angelo, 31enne di Penne (Pescara); Ilaria De Biase, 22enne di Chieti; Marinella Colangeli, 32enne di Farindola, Cecilia Martella e Linda Salzetta, 31enne del posto, salvo il fratello Fabio. Luana Biferi, 30enne di Bisenti (Teramo) e Dame Faye, 30enne senegalese.I 30 imputati tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, erano accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi.

Questa la sentenza di condanna appena pronunciata dal gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea.  L’accusa aveva chiesto per Lacchetta, sindaco attuale e all’epoca del disastro, 11 anni e 4 mesi. Il sindaco di Farindola è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per omissione dell’ordinanza di sgombero dell’albergo a Rigopiano nell’ambito del processo in primo grado per la strage del 18 gennaio 2017. Per tutti gli altri capi di accusa è stato assolto perché il fatto non sussiste.

Assolti l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo e, l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco.

“Attenderemo le valutazioni della sentenza per valutare il ricorso all’Appello, Ciò che emerge chiaramente è che è stato cancellato il reato di disastro colposo”,  dice il capo della Procura pescarese, Giuseppe Bellelli. Dal processo escono, secondo la sentenza, anche completamente le responsabilità della Prefettura e della Regione in capo ai soccorsi e ai presunti depistaggi.

Caos in aula dopo la lettura della sentenza. Molti parenti hanno urlato e contestato la decisione del giudice.  “Vergogna vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo”, hanno gridato alcuni parenti delle vittime.

Giampaolo Matrone – uno dei sopravvissuti, salvato dopo 62 ore e che nella tragedia perse la moglie Valentina – ha detto al giudice: “Non finisce qui”. Alle sue urla hanno fatto eco quelle dei parenti delle altre vittime, in un parapiglia generale dove a stento le forze dell’ordine hanno evitato che si arrivasse allo scontro fisico

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