Reykjavik. Giorgia Meloni, iI popolo ucraino non sta difendendo solo la sua patria ma i valori fondanti dell’identità europea”

AgenPress – “L’idea di questo vertice, che non si celebra dal 2005, è nata a Torino nella riunione conclusiva della nostra presidenza del Consiglio d’Europa, quindi sono contenta che abbiamo avuto un ruolo in questo momento, che diventa plasticamente importante per dire che non accetteremo che la forza del diritto venga soppiantata dal diritto del più forte. Se saltano le regole del diritto internazionale questo accade, ed è un mondo che non conviene a nessuno”.

Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo alla sessione di apertura dei lavori del IV vertice dei Capi di Stato e di governo del Consiglio d’Europa.

“Il popolo ucraino non sta difendendo solo la sua patria ma i valori fondanti dell’identità europea: liberta democrazia giustizia, uguaglianza tra gli uomini”.

“A Zelensky voglio dire che l’intera Europa e tutto il mondo libero sono loro debitori”, ha detto Giorgia Meloni al vertice dei capi di Stato e di governo del Consiglio d’Europa a Reykjavik, in Islanda. Nel corso del summit è intervenuto anche lo stesso presidente ucraino: “Siamo europei e siamo liberi, grazie per gli aiuti”. “La solidarietà del G7 verso l’Ucraina è più forte dell’anno scorso”, ha sottolineato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby. Il governo britannico vuole costruire una “coalizione internazionale” per aiutare l’Ucraina a ottenere aerei da combattimento F-16. Intanto, è stato confermato che un ex soldato americano è rimasto ucciso in un attacco russo a Bakhmut.

“E per questo non potevo non essere qui a testimoniare l’impegno dell’Italia per difendere il diritto internazionale e per difendere i valori fondanti della nostra comune identità europea, partendo dal principio fondamentale dal quale discendono tutti gli altri. E quel principio è la centralità della persona, il rispetto di ogni singolo essere umano, della sua sacra unicità. Ed è questo un valore che noi oggi siamo chiamati a proteggere su molti fronti, dalle antiche sfide fatte di violenza e sopraffazione, ma anche dalle nuove sfide della nostra epoca. Mai come in questa tempo la scienza e la tecnologia corrono veloci, penso all’ingegneria genetica, all’intelligenza artificiale o alle questioni bioetiche, penso al rischio che correremmo se dovessimo considerate questi domini delle zone franche senza regole. Il rischio di un progresso non più volto a rafforzare e ampliare le capacità umane, ma un progresso in cui le capacità umane vengono sostituite, surrogate, in un mondo sempre più dominato dall’ineguaglianza, dalla concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi. E un mondo dominato dall’ineguaglianza non è un mondo democratico e, dunque, non è un mondo europeo.

Oggi più che mai noi siamo chiamati a ribadire la difesa della dignità umana in ogni contesto, perché questo è l’Europa: una roccaforte di valori costruita nei millenni, la nostra vera, unica, forza dinnanzi alla violenza dei tiranni, ma anche dinnanzi ai nuovi pericoli che vivono le nostre società”.

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