Remind insieme al Parlamento Europeo per il miglior utilizzo dei Fondi Europei

AgenPress. Il Vice Presidente del Parlamento Europeo si è soffermata su tre “fatti” e sulla necessità di rafforzare le macchine organizzative dei Comuni.

Il 27 Aprile 2023 si è tenuto l’incontro “Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Next Generation EU ed il Just Transition Fund come opportunità per recuperare aree industriali compromesse e territori”.

L’iniziativa ha messo in evidenza le opportunità che i Fondi Europei – in particolare Pnrr, Next Generation Eu e Just Transition Fund – possono offrire al risanamento delle aree industriali dismesse.

A introdurre i lavori Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento Europeo che ha tenuto a ribadire come: “Nelle ultime settimane il tema di cui trattiamo oggi non ha mancato di suscitare polemiche. Si è fatto cenno alla discussione pubblica sulla realizzazione del piano nazionale nei tempi concordati. Una discussione che è sembrata parzialmente compromessa. Alcune dichiarazioni infatti ci sono apparse imprevidenti, superficiali, spinte più che altro da una sorta di bulimia comunicativa. L’alto e prestigioso contesto della discussione odierna ci impone però di fare affidamento ai fatti e ai documenti ed è quello che io proverò a fare.

Pina Picerno (Vice Presidente del Parlamento Europeo) e Paolo Crisafi (Presidente Nazionale Remind)

Il primo fatto, quello più significativo, è l’impegno delle Istituzioni Europee, a partire proprio dal Parlamento nei confronti di questa sfida. Una sfida – che è bene ricordare – anche nazionale. Infatti non è secretato il vantaggio indubbio in termini di quantità di risorse che sono destinate al nostro Paese. Non è secretata nemmeno la necessità del nostro Paese di connettersi alle principali missioni di Next Generation per i molti ritardi che noi abbiamo accumulato nel nostro sistema economico e amministrativo, a partire appunto dalla transizione di cui si faceva riferimento oppure alla riduzione dei divari che sono gli obiettivi fondamentali di Next Generation – penso al divario territoriale, di genere, generazionale. Il nostro Paese è attraversato da queste fratture. Non è secretata nemmeno l’opportunità più volte manifestata dall’Italia di concepire il consesso Europeo oltre le sue rigide regole di bilancio e di finanza pubblica. Proprio ieri è stata presentata la revisione del patto di stabilità. L’Europa è presente. Sappiamo perfettamente che si può fare sempre meglio, ma il cambio di rotta è evidente.

Il secondo fatto – attestato anche nei documenti economici e finanziari del Governo Italiano – è che la ripresa, seppur lenta e condizionata da fattori internazionali, risulta essere immaginabile soltanto grazie alla piena ed efficace esecuzione del PNRR. Senza la piena ed efficace esecuzione del piano noi ci troveremo a fare i conti con dati che con ogni probabilità porterebbero il segno meno davanti a tutte le nostre scelte.

Il terzo fatto che voglio qui citare è che noi siamo in possesso dell’esperienza per porre rimedio a quelle distanze che separano spesso la programmazione dalla fase dell’attuazione. Gli strumenti di conoscenza sono assolutamente in nostro possesso.

Questi tre fatti che io ho citato dovrebbero aiutarci a diradare le nebbie nelle quali il dibattito pubblico attorno al PNRR si avvolge. È necessario rafforzare le macchine organizzative dei Comuni, accompagnarli nella fase di progettazione affinché i problemi non siano scaricati sulle spalle e ai danni delle comunità. I Comuni non ce la fanno a progettare, non hanno le risorse, non hanno il personale adatto a fare questo tipo di progetto. Bisogna avviare più seriamente l’iter sulla revisione del piano nei tempi che, però, sono previsti dagli accordi. Questi tempi sono resi stringenti non tanto – o non solo – dalla burocrazia, ma dalla necessità di avviare e di concludere investimenti pubblici con ritmi che siano compatibili alla loro sostenibilità ed efficacia. Bisogna affrontare le questioni nelle sedi opportune, con l’adeguata e dovuta trasparenza”.

Successivamente Carlo Corazza, Direttore del Parlamento Europeo Ufficio Italia ha tenuto a ribadire che: “Il tema di oggi è molto importante per il Parlamento Europeo e la Commissione. Oltre al fondo per la transizione giusta di cui beneficerà il sito di Taranto e il Sulcis, del valore di sta parlando circa 1.3 miliardi, ci sono tante altre opportunità che si aprono, sia con i fondi del NextGenerationEu, sia con i fondi del bilancio europeo, con i fondi ReactEu, ma soprattutto con i prestiti della Banca Europea degli investimenti e con il Fondo Sovrano Europeo InvestEu.

Carlo Corazza (Direttore Parlamento Europeo Ufficio Italia)

Nel 2020 l’Unione europea era difronte ad un bivio: poteva ripiegarsi su se stessa, e avremmo avuto seri problemi sulla tenuta della coesione sociale e territoriale conquistata in settant’anni di integrazione, oppure poteva scegliere la via della solidarietà. Per fortuna ha scelto la via della solidarietà. Abbiamo deciso di emettere, come sapete tutti, un debito a 30 anni che pagheremo a partire dal 2028. A chi ultimamente ritiene che questo debito non sia conveniente ricordo che l’Italia s’indebita con un Paese a tripla B, mentre la Commissione grazie anche alle garanzie di Stati più virtuosi si indebita con la tripla A. Dunque un debito che costa un po’ di meno e una parte di questo debito – tra l’altro – viene dato all’Italia a fondo perduto, per circa 70 miliardi, che saranno ripagati con un sistema nuovo. Non più tramite contributi diretti degli Stati, ma attraverso risorse nuove che sono: il meccanismo di adeguamento al carbonio alla frontiera, il meccanismo di scambio di emissioni e con le tasse sui giganti del web. Questo per dire che peseranno di meno sui cittadini italiani e più su diseconomie ambientali. Questi fondi adesso vanno spesi bene. Io penso che la priorità individuata sui siti orfani, sulla riconversione e la produzione di energia più pulita significa anche ridare a questi territori un’ulteriore occasione come siti industriali più competitivi, capaci di creare lavoro e ricchezza del nostro Paese”.

Ha preso parte all’iniziativa, fra gli altri, Massimo Santucci Consigliere di Presidenza Remind che ha affermato“Secondo le linee guida del Presidente Nazionale Remind Paolo Crisafi desidero soffermare l’attenzione sulla necessità in merito alla responsabilità di utilizzare questi fondi nella maniera migliore possibile, superare vecchie categorie settoriali, che seppure importanti per compattare i segmenti delle attività produttive, rinnovino e diano nuovo impulso all’incontrovertibile esigenza dei tempi di congiungere il più vasto panorama di attori dei settori imprenditoriali e la più estesa partecipazione delle professioni e dei soggetti pubblici e privati, favorendo così sinergie, reti, reciproci arricchimenti.

Massimo Santucci (Consigliere di Presidenza Remind)

Tutto quello che ho potuto ascoltare finora, soprattutto relativamente alla consapevolezza di una difficoltà nel mediare e agevolare i rapporti fra le istituzioni europee, centrali e locali, dev’essere alla base di una rinnovata volontà di mettere al centro l’interesse nazionale favorendo sinergie trasversali in tutti i settori produttivi. Come nel caso del Comparto Immobiliare allargato, rappresentato da Remind, in cui convogliano le esperienze e le competenze di più di 35 settori produttivi che hanno a cuore il benessere delle persone nei luoghi in cui vivono, operano e transitano”.

Sulle tematiche ambientali significativi gli interventi di: Silvia Paparella Consigliere Delegato Ferrara Expo e RemTech Expo – Hub Tecnologico Ambientale:“ Un sincero ringraziamento al Direttore Carlo Corazza per aver organizzato questo incontro. Mai come in questi anni, la tutela e la rigenerazione dei territori sono importanti per l’uomo, per l’ambiente e per la politica. È evidente che la presenza dell’uomo, in alcuni territori in particolare, ha generato delle impronte e delle criticità ambientali che oggi sono evidenti a tutti.

Silvia Paparella (Consigliere Delegato Ferrara Expo e RemTech Expo – Hub Tecnologico Ambientale)

Queste criticità ambientali sono, dal mio e dal nostro punto di vista, delle vere opportunità di ripresa di rilancio di quei territori che sono stati compromessi dal punto di vista ambientale e sociale. Oggi diventano delle opportunità di rilancio che non possono prescindere da 4 punti in particolare: 1) le conoscenze delle misure degli e strumenti che il nostro Paese e l’Europa ha a disposizione 2) la condivisione delle esperienze che già sono presenti in alcuni di questi territori che possono rappresentare non solo delle eccellenze ma degli esempi da replicare; 3) la forza delle competenze che non può mancare rispetto a ciascuno dei ruoli che viene interpretato dagli stakeholder e dagli interlocutori che sono coinvolti a pieno titolo in questo processo straordinario; 4) la costruzione di processi che devono essere necessariamente inclusivi. Il nostro paese è particolarmente ricco di aree industriali particolarmente complesse e, alcune di queste, fanno parte di quelli che noi tecnici chiamiamo SIN, siti di interesse Nazionale. I SIN sono 42 nel nostro territorio. Occupano complessivamente una superfice di 171 mila ettari e rappresentano il 0,6% della superficie del Paese. I Sin si collocano – fatto salvo il Molise – in tutte le regioni Italiane. Come si diceva, questi siti industriali, attraverso i quali è passata la storia e il progresso del nostro Paese, oggi hanno bisogno di una riqualificazione. Hanno bisogno di essere ripensati. Oggi gli strumenti ci sono. Il PNRR è sicuramente uno strumento straordinariamente importante; il JTF di cui parleremo in relazione alla città di Taranto è uno strumento nuovo che rappresenta un’opportunità vera soprattutto in quei siti in cui c’è bisogno di intervenire in maniera incisiva e importante. Io credo che l’Italia abbia gli strumenti, la capacità, la forza e l’intelligenza di far fronte alle sfide che l’Europa ci pone.”

Il Gen. dei Carabinieri Giuseppe Vadalà, Commissario Unico di Governo per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive ha fatto presente: “Ormai di PNRR si parla ogni giorno, ma siccome sono due le sue caratteristiche, ovvero la grande massa dei fondi messi a disposizione e la ristrettezza dei tempi previsti per spenderli, incontri come questi servono per capire meglio come poter fare. Parto da quella che è stata la nostra esperienza per arrivare all’Europa. Per questi siti, per le discariche abusive, per questa messa a norma, devo dire che l’Europa è stata – per fortuna – una matrigna, in senso buone.

Gen. Giuseppe Vadalà (Commissario Unico di Governo per la realizzazione degli interventi necessari
all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive)

Infatti se non ci fosse stata questa sentenza della corte di giustizia europea e se non ci fosse stato questo forte input da parte dell’UE, probabilmente questi siti sarebbero rimasti lì dove sono. Questa sanzione è stata percepita nei territori come una clava da parte dell’Europa. Ma quando questi territori si sono messi a norma, in realtà, l’opinione pubblica è cambiata. In questo senso, sicuramente, il meccanismo europeo è ed è stato salvifico, perché ci sta mettendo in condizione di restituire 200 territori incontaminati e disinquinati. Quello che serve, oggi, sono le competenze. Bisogna averle sui territori, formarle, aggiornale, seguirle e renderle parte del processo risulta essere indispensabile. Non si può fare nessun intervento risanatorio, da un grande SIN Taranto alla piccola discarica Filettino nel Lazio, se non con le competenze in concerto con le amministrazioni comunali, regionali e provinciali. Il primo input è questo: le competenze devono essere prese da ogni parte, ce ne sono tante e aspettano solo di essere aiutate”.

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