Quinto decreto armi per l’Ucraina. Protestano l’ambasciata russa e Conte, pronto a manifestare

AgenPress – Il Copasir nella seduta odierna ha svolto l’audizione del ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Nel corso dell’audizione, informa il presidente del Comitato, Adolfo Urso, “il ministro ha aggiornato il Comitato in merito al conflitto in corso tra Russia e Ucraina rispetto anche alle sue molteplici recenti implicazioni nello scenario geopolitico.

Nel corso dell’audizione si sono inoltre condivisi in modo esaustivo i contenuti del quinto Decreto interministeriale che autorizzerà la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell’Ucraina, riscontrando l’aderenza del decreto medesimo alle indicazioni e agli indirizzi dettati dal Parlamento”.

In sostanza, il quinto decreto “armi” approvato dal governo Draghi a sostegno di Kiev. Notizia che non ha fatto felice l’ambasciata russa a Roma. “Le forniture di armi all’Ucraina non aiutano a risolvere il problema del caro-bollette” si legge sui canali social della rappresentanza.

Ma anche Giuseppe Conte, leader M5s, è intervenuto, unendo la sua voce a quanti stanno pensando ad una mobilitazione nazionale per la pace ed esprimendo l’auspicio che “cittadini che vivono con preoccupazione l’escalation militare in corso possano ritrovarsi a manifestare per invocare una svolta negoziale che ponga fine al conflitto”. Questo auspicio è formulato in un’intervista ad Avvenire, nel numero in edicola domani.

“L’ossessione di una ipotetica vittoria militare sulla Russia, che nel frattempo continua nella sua efferata e ingiustificabile politica di aggressione, non vale il rischio di un’escalation anche con ricorso all’utilizzo di armi nucleari e non convenzionali e di affrontare una severa depressione economica da cui sarà difficile uscire”.

Secondo l’ex premier, che auspica una manifestazione “senza bandiere”, l’iniziativa non indebolirebbe la posizione internazionale dell’Italia: “Al contrario, rafforzerebbe il protagonismo dell’Italia sulla strada della diplomazia, coinvolgendo gli altri partner Ue e uscendo da questa situazione in cui l’Europa risulta ‘non pervenuta’, in quanto totalmente appiattita su una strategia anglo-americana”.

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