Presidenzialismo. Bocciata in commissione la riforma, assenti due nel cd. Italia Viva si astiene

AgenPress – La commissione Affari costituzionali della Camera stoppa la riforma che introdurrebbe il presidenzialismo e quindi l’elezione diretta del presidente della Repubblica.

E’ stato infatti approvato un emendamento soppressivo del primo articolo del testo, proposto da Fratelli d’Italia. I voti a favore dell’emendamento sono stati 21 (M5s-Pd, Leu e Alternativa) mentre i contrari sono stati 19 (gli esponenti del centrodestra unito). Italia Viva si è astenuta.

 

Determinanti per quella che è di fatto una bocciatura della proposta di riforma costituzionale sono state due assenze nel centrodestra: Anna Grazia Calabria di Forza Italia e Christian Invernizzi della Lega. Dal Carroccio negano intenti “politici” e spiegano che “Invernizzi era in missione”. I due voti di Calabria e Invernizzi avrebbero determinato il pareggio e quindi la mancata approvazione dell’emendamento.

 “Ci sono state due assenze in commissione, una di Forza Italia e una della Lega, altrimenti la riforma sul presidenzialismo sarebbe andata avanti. Ne prendiamo atto”. Questo il commento di Emanuele Prisco, capogruppo di Fdi in commissione e relatore alla riforma sul presidenzialismo. Oltre ai due esponenti di destra, c’era una terza persona assente, Francesco Forciniti di Alternativa, che però aveva presentato emendamenti soppressivi della legge.

 “Ci siamo astenuti perché riteniamo quella proposta insostenibile – spiega Marco Di Maio, capogruppo Iv -; ma essendo favorevoli all’ipotesi di una riforma in senso presidenziale del nostro ordinamento, non vogliamo sottrarci al confronto tra i partiti nella sede più appropriata, che è il Parlamento e la commissione Affari costituzionali. In questa direzione andavano alcuni emendamenti che avevamo presentato, in parte dichiarati inammissibili e in parte decaduti con l’approvazione degli emendamenti soppressivi. E’ del tutto evidente che si tratta di un tema che non si può esaurire in questi ultimi 12 mesi di legislatura”.

 

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