Pensioni, Ganga (segr. confederale Cisl): “Insistiamo che venga abbassata l’età pensionabile”

La pensione non è né un lusso né un privilegio. Salario minimo? Non siamo favorevoli


AgenPress. Ignazio Ganga, segretario confederale Cisl, è intervenuto nella trasmissione “Italia città aperta” condotta da Roberta Feliziani in onda su Cusano Italia Tv

Come si fa ad alzare il livello delle pensioni?

“La radice della previdenza e il lavoro della pensione rimandano alla storia del pensionato. Più frammentati e deboli sono i lavori e più sono, purtroppo, contenuti gli importi.

È il motivo per cui noi insistiamo sulla necessità di rendere meno rigido il sistema e modificare le regole, partendo da chi ha regole frammentate. Notoriamente le vittime del sistema pensionistico sono i giovani e le donne. È naturale che il primo passaggio fondamentale è non disallineare il mercato delle pensioni con quello del lavoro. Dobbiamo puntare a rendere i trattamenti con le esigenze del pensionato. Chiedono di ritornare al meccanismo a scaglioni progressivo, che aveva introdotto un sistema più equo. Con l’inflazione il governo ha fatto scelte differenti. Si sono cercati risparmi andando a individuare sistema che ha generato forte risparmio. Dalla redazione tecnica alla finanziaria ci sono state rivalutazioni delle pensioni.

C’è stato un tentativo negli anni 23-24 di un intervento straordinario per le pensioni basse, quelle integrate al minimo dell’1 e mezzo percento per quest’anno e dell’uno e sette per il prossimo. Non sono però adeguati. Bisogna cambiare passo, andare oltre con una regola stabile. Bisogna insistere sulla somma aggiuntiva prevedendo l’allargamento delle platee per i beneficiari. Noi insistiamo sulla quattordicesima perché è un punto di forza. È qualcosa che premia chi ha versato più contributi. Bisogna mettere in equilibrio sostenibilità economica con sostenibilità sociale.
Insistiamo che venga abbassata l’età pensionabile.

Nel tavolo delle trattative chiederete di tornare indietro?

“Assolutamente, abbiamo presentato una piattaforma al governo. Faccio notare una cosa fondamentale: l’Italia è vero che ha l’età legale più alta di pensionamento in Europa, 67 anni, ma è anche vero che l’Italia è l’unica nazione ad Europa che ha previsto l’adeguamento automatico dei requisiti pensionistici alla speranza di vita ogni due anni. Questo aspetto non viene quasi mai ricordato. La soglia dei 67 non è una soglia fissa, è destinata ad aumentare. Si invecchia di più e si invecchia peggio e questa regola dei 67 è destinata ad aumentare.

Tutti i lavori hanno un indice di usura: penso agli insegnanti a 67 anni lontani dalla giovane età degli studenti. Va rivisto un concetto di fondo: ovvero che la pensione sia un lusso o un privilegio. La pensione non è né un lusso né un privilegio. È il giusto riconoscimento economico dopo una vita di lavoro. Se è vero che la previdenza delle pensioni dipendono da fattori demografici, è lì che dobbiamo insistere. Penso alle lavoratrici che si sono viste cambiare le regole dell’opzione donna.

Per alzare gli stipendi dei lavoratori, che si può fare?

“Alzare gli stipendi minimi è possibile, bisogna far ripartire la crescita e lo sviluppo del paese, attivare i cantieri. Siamo deboli rispetto al lavoro perché quello che si sta creando non è produttivo. La mia organizzazione non è favorevole a forme extracontrattuale di salario minimo. Non abbiamo mai sostenuto le ragioni del minimo salariale. Riteniamo ai sostenitori del minimo di legge sfugge che dei 931 contratti registrati al CNEL, i 161 registrati da CISL, CISL e WILL coprono il 90% del lavoro regolare, al netto di quello domestico e agricolo e solo 433 sono applicati ad almeno una persona.

Il salario minimo è stato superato dalla direttiva dell’europarlamento dello scorso 14 settembre, che non condiziona gli stati membri e li rimanda alla possibilità di percorrere la via contrattuale.

Sembra chiaro che nel mercato del lavoro non c’è un fenomeno di massa riconducibile ai contratti pirata. Il vero problema del paese sono i 4 milioni di persone che lavorano in nero. Vorrei sentire i fautori del minimo per legge rispetto al salario, parlare di come bisogna combattere il sommerso.

C’è bisogno di una stretta penale su questo tema, come va aumentato i controlli. La via di un salario più adeguato è una via contrattuale”

Rispetto alla riforma fiscale?

“Siamo stati convocati il 14. Smar è il collega che segue la materia. La flat tax non risponde alla nostra richiesta. Serve una riforma progressiva, ridistributiva”.

La flat tax si può applicare ai pensionati?

“Se diciamo che è insostenibile economicamente, rispetto alla domanda rispetto ai pensionati, se fai pagare di meno a chi ha di più o tagli lo stato sociale o chi riceve meno pagherà di più. Il rischio è che se non la fai bene non solo rischi di non modificare le condizioni fiscali di chi sta peggio, ma gli togli lo stato sociale e gli fai pagare di più.

Si rivede lo statuto del contribuente: secondo lei in Italia queste norme sono applicate o c’è bisogno che il CDM lo inserisca in una slide?

“Sullo statuto del contribuente riteniamo che sia una norma che vada assunta a rango costituzionale. Bisogna tracciare il campo da gioco e fissare bene le regole. Uno dei grandi problemi di questo paese è la non stabilità delle regole o che ogni regola rimanda ad un decreto attuativo.

Se non c’è certezza delle regole il clima è quello dei “prendi i soldi e scappa”, anche in previdenza. La quota 100, 102 e adesso la 103 non rispondono all’idea previdenziale che noi abbiamo.

Devi avere una condizione tale, addirittura la 103 ha paletti ulteriori, che non consente di realizzare quel principio di flessibilità che uno deve poter avere nell’impianto normativo. Abbiamo anche un sistema condizionato da sbarramenti, che ha introdotto la Fornero. Se hai un lavoro debole, e non raggiungi la soglia della pensione che prevede Fornero, devi rimanere per molti anni in più nel mercato del lavoro. Questo è fortemente penalizzante.

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