Papilloma virus: responsabile del 97% dei tumori della cervice uterina

Conoscere l’HPV per prevenirne i rischi e curarlo, alla luce delle più recenti ricerche in campo farmacologico


AgenPress. L’infezione da HPV, o Papilloma Virus, è l’infezione sessualmente trasmessa più diffusa tra donne e uomini. Nella maggior parte dei casi, si presenta in forma transitoria e asintomatica, tuttavia, se l’infezione persiste, può manifestarsi attraverso lesioni della pelle e delle mucose.

Alcuni tipi di HPV sono associati all’insorgenza di neoplasie, tra le quali la più comune è il carcinoma della cervice uterina. Si stima che il Papilloma Virus sia responsabile di circa il 97% di questa tipologia di tumori e che incida, inoltre, sull’88% dei tumori anali, sul 70% di quelli vaginali e sul 50% dei tumori del pene. L’infezione mostra un picco principale nelle giovani donne, intorno ai 25 anni di età, ed un secondo picco intorno ai 45 anni. (Numeri del cancro in Italia 2022 – AIOM, AIRTUM, ONS, PASSI e PASSI d’Argento, SIAPeC-IAP).

Una forte incidenza, che è fondamentale prevenire, innanzitutto, con la vaccinazione, a partire dai 9 anni di età e poi con una corretta diagnosi precoce, attraverso screening volti ad individuare ed eliminare eventuali precursori del carcinoma invasivo, con esami semplici, quali Pap Test, HPV Test e colposcopia. La prevenzione resta un’arma importante e grazie ai vaccini e alle campagne di screening, i tassi di incidenza del tumore della cervice uterina e la sua mortalità risultano in calo. Oggi però, per merito della ricerca in campo farmacologico, è anche possibile curare in modo efficace le infezioni da Papilloma Virus, che variano a seconda del tipo di lesione e dell’area interessata.

In occasione della Giornata Mondiale contro l’HPV, che ricorre il 4 marzo, EuTylia, azienda farmaceutica, che si distingue per l’attenzione dedicata alla salute della donna, diffonde i risultati dello studio “Efficacia del trattamento con AP16 spray vaginale della CIN 1 HPV”.

L’indagine è stata effettuata dall’equipe medica del Servizio di Patologia del Tratto Genitale Inferiore, presieduta dal Dott. Angelo Baldoni, presso il reparto di Ostetricia e Ginecologia Clinica, diretto dal Prof. Sandro Gerli, dell’Università degli Studi di Perugia.

La finalità dello studio è stata quella di valutare l’efficacia del prodotto, lo spray vaginale AP16, nel processo di riepitelizzazione delle lesioni provocate dal virus, grazie al suo effetto antiossidante, antinfiammatorio e antitumorale, analizzandone i risultati ottenuti dopo 6 mesi di trattamento.

Sono state prese in considerazione 90 pazienti della Ostetricia e Ginecologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Perugia, afferenti al Servizio di Patologia del Tratto Genitale Inferiore, che è specializzato nella diagnosi precoce e nel trattamento dei tumori del collo dell’utero, con PAP Test LSIL o ASCUS HPV, successivamente sottoposte a biopsia cervicale, con diagnosi di CIN 1- HPV.

Le 90 pazienti esaminate, la cui età era compresa tra i 25 e 55 anni, sono state distinte in 3 fasce di età (25-35, 36-45 e 46-55 anni) e divise in due gruppi: 45 pazienti per il gruppo “trattato con AP16” e 45 per il “gruppo controllo non trattato”.

Entrambi i gruppi, dopo i 6 mesi stabiliti, sono stati sottoposti a PAP test e Test HPV per valutare il tasso di regressione o la persistenza della lesione ed è risultato che nelle 45 pazienti trattate con AP16 spray la regressione della lesione è stata riscontrata in 32 soggetti (71,1%), mentre nel gruppo delle pazienti non trattate la regressione si è verificata solo in 20 casi (44%).

Pertanto, sebbene si possa dire che una regressione spontanea della lesione sia possibile ed imputabile a molteplici fattori (età della paziente, immuno-competenza, microbiota vaginale ecc.), lo studio è stato in grado di dimostrare un tasso di regressione significativamente più rilevante nelle pazienti sottoposte a trattamento, piuttosto che in quelle sottoposte al wait and see e questo in tutte e tre le fasce di età prese in considerazione, anche se, in conformità ai dati della letteratura, si evidenzia, comunque, una maggiore incidenza nella fascia di età 25-35 anni, in relazione anche all’alta clearance virale prevalente tra i 25-30 anni.

Dai risultati ottenuti dall’indagine, AP16 Spray Vaginale può dunque essere considerato un dispositivo medico utile nella cura delle infezioni HPV. Un valido alleato, per una terapia efficace e tempestiva, per consentire la regressione dell’infezione in corso e soprattutto per evitare che la stessa si evolva in patologia di interesse oncologico.

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