Padova. Succube dei genitori rifiutò la chemio. Eleonora morì a 17 anni. Cassazione conferma condanna a due anni

AgenPress – La triste vicenda ha avuto inizio  nel dicembre del 2015, quando Eleonora si sente male tornando da scuola. Nei giorni precedenti aveva sofferto di febbre e dolori alle ossa. Si reca dal medico di base a Bagnoli di Sopra (Padova) per una visita. Solo il 10 febbraio del 2016, quindi con un mese di ritardo dal presentarsi della malattia, viene sottoposta ad accertamenti clinici. Dopo poche ore le viene diagnosticata la leucemia e per questo viene ricoverata nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Padova. Ma Eleonora rifiuta la chemioterapia, una scelta condivisa dai genitori Lino Bottaro e Rita Benini, seguaci delle teorie di cura di Hamer, il metodo tedesco radiato dall’albo professionale per aver elaborato quella che chiamò la Nuova medicina germanica.

Il 26 febbraio la ragazza esce dall’ospedale, proprio il giorno in cui il Tribunale per i minori sospende ai Bottaro la potestà genitoriale, ordinando alla coppia di sottoporre la figlia alla chemioterapia in una struttura sanitaria a loro scelta. Il calvario di Eleonora, quindi, ha una ulteriore tappa all’ospedale di Bellinzona, in Svizzera, ma anche qui, di fronte alla sollecitazione di ricorrere alle cure tradizionali i genitori oppongono l’ennesimo rifiuto. Il 31 luglio Eleonora rientra in Italia e viene ricoverata all’ospedale di Schiavonia, nel Padovano. Senza terapia del dolore e con l’unico supporto delle vitamine, muore il 29 agosto dello stesso anno.

Lino Bottaro e Rita Benini, accusata di omicidio colposo per aver rifiutato che la figlia Eleonora, 17 anni, malata di leucemia linfoblastica acuta, venisse sottoposta alla chemioterapia.

Nei tre gradi di giudizio è stata accreditata l’ipotesi che Eleonora sia stata fortemente influenzata dai genitori ad affidarsi al metodo Hamer e quindi portata alla morte senza l’ausilio di una terapia medica riconosciuta.

La Cassazione ha posto fine condannando i due genitori, che non si sono mai pentiti, a due anni, per omicidio colposo.  Eleonora era succube della madre e del padre”, tanto si legge nellemotivazioni della Corte di Cassazione.

Secondo la suprema Corte già il tribunale, attraverso la nomina di una curatrice speciale della minore, “aveva ritenuto che la ragazza fosse condizionata dalle decisioni dei genitori, di cui si fidava ciecamente. Come ritenuto dal tribunale, dunque – prosegue la sentenza – il silenzio o il mancato approfondimento delle sue reali condizioni di salute dipendeva dal fatto che la giovane in realtà non credeva a quanto gli era stato rivelato dai medici, ma aveva fiducia unicamente nei genitori, i quali le avevano detto che la chemioterapia non era necessaria, anzi era nociva”.

 

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