Orso M49. Animalisti in difesa contro “la cattura, è un’inutile crudeltà”

Agenpress –  La Lega anti vivisezione (Lav) chiede il rilascio dell’orso M49, “anche perché la prigione del Casteller non è compatibile con le sue caratteristiche etologiche. E’ un’inutile crudeltà nei confronti di un animale che, come noi, ama la libertà e ne ha difeso il diritto in una disperata fuga durata 9 mesi”.

“Un animale che, pur avendo percorso centinaia di chilometri – sottolinea la Lav – non ha mai costituito alcun pericolo per l’uomo e che ora sarà condannato all’ergastolo solo per avere mangiato del cibo malamente custodito in alcune baite in alta quota”.

La sentenza emessa dalla Provincia di Trento è inutilmente crudele perché si accanisce su un animale che ha dimostrato eccezionali capacità di adattamento e sopravvivenza, aspetti che ne fanno un individuo particolarmente dotato che dovrebbe essere per questo ancora più rispettato e accettato, anche se si è reso responsabile di qualche danno, esclusivamente di carattere economico”, aggiunge la Lav che si dichiara pronta a procedere contro la Provincia di Trento, per il reato di maltrattamento di animali.

La cattura dell’orso M49 (noto anche come Papillon) secondo le associazioni che fanno parte del Coordinamento Life for Ursus, “è l’ennesimo errore di un presidente di Provincia imbarazzante, che – non lo dimentichiamo – anni fa aveva dichiarato di voler organizzare un banchetto con carne di orso. M49, come tutti gli altri orsi presenti in Italia, non si è mai dimostrato pericoloso per l’uomo”. “Ogni qual volta ne è venuto in contatto -, sottolinea il presidente di Gaia Animali & Ambiente Edgar Meyer, – è fuggito immediatamente. Diversamente dagli altri orsi del Trentino si è avvicinato talvolta a malghe isolate, alla ricerca di cibo, facendo qualche piccolo danno alle arnie. Ma, come è noto, in Italia ci sono tutti gli strumenti per ripagare agli operatori i – pochi – danni fatti. Non c’era nessuna necessità di catturare e rinchiudere a vita un orso giovane, che non si è mai riprodotto”.

“Come Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) presenteremo subito un’istanza di accesso agli atti alla Provincia Autonoma di Trento per verificare la modalità e la regolarità della cattura dell’orso M49. Valuteremo insieme ai nostri esperti e veterinari se l’attuale collocazione sia idonea per un esemplare di questo tipo”.

Lo scrive in un comunicato l’avvocato Claudia Taccani, Responsabile Sportello Legale di Oipa Italia. “Fermo restando che contestiamo la cattura,  dobbiamo verificare che l’attuale custodia non integri una forma di maltrattamento, avendo già M49 manifestato grossa ostilità nella precedente errata cattura”. La scorsa estate, scrive ancora Taccani “l’Oipa aveva già presentato un esposto presso la Procura di Trento per contestare la metodologia nonché l’ordinanza di cattura e abbattimento non necessaria dell’orso”.

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