Mutuo: le differenze tra tasso fisso e tasso variabile

AgenPress. Quando si accende un mutuo è importante valutare le condizioni proposte dalla singola banca. In particolare i consumatori devono fare attenzione sia al tasso di interesse proposto dall’istituto di credito, sia al tipo di tasso offerto. Le differenze si ripercuotono direttamente sulla somma da pagare mensilmente, ovvero sulle rate per la restituzione del prestito. Fino a non molto tempo fa i tassi di interesse erano ai minimi storici, ma le questioni correlate sia alla situazione socio economica europea sia all’inflazione hanno costretto la BCE ad aumentare i tassi.

Fisso o variabile: le differenze
Le differenti tipologie di tasso offerte dalle banche ne definiscono abbastanza chiaramente le caratteristiche. Un mutuo a tasso fisso propone il medesimo tasso per l’intera durata del periodo di ammortamento; al contrario, un mutuo a tasso variabile prevede la modifica della percentuale di interessi da calcolare sulla rata ogni mese, o ogni trimestre, a seconda delle modalità concordate al momento della stipula del prestito. Quando si chiede un mutuo la banca propone in genere entrambe le opzioni, offrendo una precisa percentuale di interessi, sulla base della quale il cliente può effettuare una simulazione dell’ammontare della rata mensile. Nel caso dei prestiti a tasso variabile tale simulazione è valida solo per un breve periodo di tempo, perché per definizione tali tassi si modificano nel tempo, aumentando o diminuendo a seconda dell’andamento del mercato. Per conoscere le offerte disponibili oggi in Italia è possibile confrontare i mutui online sul sito di ComparaSemplice, in modo da avere maggiori elementi per effettuare la scelta in maniera coerente con le proprie esigenze.

A quanto ammontano i tassi di interesse
Fino a circa un anno fa ci si trovava in una situazione di tassi di interesse ai minimi storici. I mutui a tasso fisso erano proposti con percentuali inferiori al 2%, mentre per quelli variabili era possibile trovare proposte a percentuali di interesse inferiori allo 0,6%. Negli ultimi mesi la situazione è profondamente cambiata, tanto che chi ha stipulato in un passato anche recente un mutuo a tasso variabile si trova oggi a saldare rate leggermente più pesanti. Le offerte oggi disponibili sul mercato dei mutui sono profondamente cambiate, con i tassi fissi e quelli variabili che si trovano quasi allineati, spesso superiori al 4%. Chiaramente poi si deve considerare che anche alcune variabili influiscono sul tasso offerto, tra cui: l’età del contraente il prestito, l’ammontare del prestito richiesto e la durata del periodo di ammortamento. Le previsioni per il futuro sono per altro incerte, non è quindi possibile indicare se sia più opportuno preferire i mutui a tasso fisso rispetto a quello variabile. Solitamente le banche offrono poi ai propri clienti la possibilità di rinegoziare il tasso di interesse periodicamente, almeno ogni 5 anni. Questo consente di prediligere il tasso fisso per poi passare al variabile se più interessante, e viceversa. In ogni caso è sempre consigliabile valutare non solo il tasso proposto, ma anche il TAEG, che tiene conto sia del tasso di interesse sia di tutte le spese correlate al mutuo.

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