Morte Diana Pifferi: secondo l’autopsia alla bimba furono fatti assumere tranquillanti

AgenPress – A Diana Pifferi, la bimba di quasi un anno e mezzo morta di stenti dopo essere stata lasciata sola in casa dalla madre per 6 giorni, sono state fatte assumere benzodiazepine, ossia tranquillanti. Risulta, a quanto si è appreso, dagli accertamenti medico legali disposti, nell’ambito della consulenza autoptica che sarà depositata formalmente nei prossimi giorni, dalla Procura di Milano nell’inchiesta a carico di Alessia Pifferi, accusata di omicidio volontario aggravato e in carcere dal 21 luglio.

Dagli esiti emersi in questi giorni, tra analisi tossicologiche, sia del sangue che del capello, si è saputo che alla piccola sono state fatte assumere benzodiazepine. Una boccetta di En, ansiolitico a base di benzodiazepine, era stata trovata accanto alla culla della bimba. La donna, 37 anni, ha sempre negato di aver somministrato tranquillanti alla figlia, dicendo di averle dato solo delle gocce di paracetamolo. I vicini di casa hanno raccontato agli inquirenti di non aver mai sentito piangere la piccola.

La donna aveva spiegato il suo gesto così: “Ci contavo sulla possibilità di avere un futuro con lui (il compagno, non è il padre della bimba) e infatti era proprio quello che in quei giorni stavo cercando di capire; è per questo che ho ritenuto cruciale non interrompere quei giorni in cui ero con lui anche quando ho avuto paura che la bambina potesse stare molto male o morire”. I primi esiti degli accertamenti avevano stabilito che Diana sarebbe morta prima delle 24 ore antecedenti al ritrovamento del corpo.

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