Ministro Messa: “La ricerca diventa centrale per lo sviluppo del Paese”

AgenPress. «L’Italia ha capito che in questa fase di forti cambiamenti per crescere e creare sviluppo c’è assoluto bisogno di investire sulla scienza e sulle competenze. Con questa legge di bilancio il governo dimostra, mettendo risorse stabilmente crescenti negli anni, che i giovani sono davvero il centro attorno al quale stiamo disegnando il futuro» dice il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, al termine del Consiglio dei ministri.

«Per l’università i fondi, che aumentano progressivamente negli anni e vengono messi a regime per consentire agli atenei una adeguata programmazione e stabilità delle attività, verranno distribuiti in modo selettivo, prevedendo dei vincoli di destinazione per favorire, su tutto, un reclutamento che consenta di diminuire il divario nel rapporto docenti-studenti universitari che abbiamo in Italia rispetto alla media europea» continua il ministro. «Una valorizzazione di persone e competenze che coinvolge anche le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, veri gioielli nel nostro sistema di formazione superiore, e i medici specializzandi per i quali abbiamo portato in via permanente e stabile le borse di studio a quota 12.000 all’anno».

«La ricerca diventa, dopo anni di sofferenza, davvero centrale per lo sviluppo del Paese. Abbiamo previsto una crescita costante negli anni delle risorse proprio per consentire agli enti e ai ricercatori di assorbirle e sfruttarle nel miglior modo possibile» spiega Messa. «Oltre all’incremento per il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca, aumentiamo la dotazione del Fondo italiano per la scienza nato a maggio per investire nella ricerca fondamentale e istituiamo il nuovo Fondo italiano per le scienze applicate per valorizzare anche la ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale» aggiunge il ministro.
«Infine, interveniamo sul più grande ente pubblico di ricerca nazionale, il CNR, che ha bisogno di un vero piano di riorganizzazione e di rilancio».

La legge di bilancio 2022 prevede che il Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) sia incrementato, rispetto al 2021, di 250 milioni di euro per il 2022, di 530 milioni per il 2023 e di 750 milioni annui a decorrere dal 2024. Rispetto a queste risorse aggiuntive, si prevedendo, appunto, diversi vincoli di destinazione oltre al reclutamento, come la valorizzazione del personale tecnico-amministrativo, l’integrazione dell’importo delle borse di dottorato, il cofinanziamento per le chiamate dirette, un incremento del finanziamento delle Scuole superiori a ordinamento speciale.
Oltre al FFO, il disegno di legge di bilancio prevede una crescita del finanziamento delle residenze universitarie e dei collegi di merito oltre che ad alcuni musei e istituti impegnati a sostenere e incentivare in maniera organica la diffusione della cultura scientifica.

Il Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca viene, invece, incrementato di 90 milioni di euro per ognuno degli anni 2022, 2023 e 2024 prevendendo che una quota sia sempre destinata alla promozione dello sviluppo professionale di ricercatori e tecnologi e alla valorizzazione del personale tecnico-amministrativo. Si prevede, inoltre, che, per la prima volta, il riparto delle risorse venga fatto tenendo in considerazione anche i risultati conseguiti dagli enti pubblici di ricerca nella valutazione della qualità della ricerca.
Il Fondo italiano per la scienza, istituito con il decreto-legge Sostegni-bis, avrà una dotazione di 150 milioni di euro per il 2022, mentre arriverà a 200 e 250 milioni rispettivamente nel 2023 e 2024.

La legge di bilancio istituisce, poi, il nuovo Fondo italiano per le scienze applicate con una dotazione di 50, 150 e 250 milioni rispettivamente per il 2022, il 2023 e il 2024.

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