Meloni, salario minimo non è soluzione, lo è taglio cuneo che sarà progressivo fino a 5 punti. Favorire il lavoro

AgenPress –  “Il contrasto al lavoro povero è per tutti noi una priorità, ma capiamoci su come combatterlo. Io penso che il salario minimo legale rischi di non essere una soluzione ma uno specchietto per le allodole perché sappiamo tutti che gran parte dei contratti di lavoro dei dipendenti è coperto dai Contratti nazionali che già prevedono salari minimi. Allora il problema per me è estendere la contrattazione collettiva. Ma perchè in Italia i salari sono così bassi? Perché la tassazione è al 46%. Per questo serve un taglio (di 5 punti, ndr) del cuneo fiscale”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni in sede di replica al dibattito di fiducia.

“Se non partiamo dal taglio del cuneo fiscali i salari saranno bassi comunque e voi questo taglio non lo avete fatto. E stata fatta una scelta diversa che ha impattato meno. Impegno arrivare progressivamente a un taglio fiscale di cinque punti. Due terzi ai lavoratori, un terzo alle aziende. Naturalmente ha un costo rilevante ed è un impegno di medio-termine”.

“Si deve favorire il lavoro. Siamo abituati a un tempo in cui l’aumento della produzione coincideva con l’aumento dell’occupazione, ma oggi non è più così. È una delle ragioni per cui la ricchezza si sta concentrando verso l’alto. In questo tempo occorre immaginare una tassazione che favorisca un rapporto equilibrato fra ciò che si fattura e i dipendenti che si hanno. Lo abbiamo sintetizzato con il ‘più assumi meno paghi’. Deve convenire assumere. Si può iniziare con una superdeduzione del costo del lavoro, abbiamo immaginato di partire dal 120% per arrivare al 150%, un tema su cui si possono trovare delle convergenze”.

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