Meloni parla dei suicidi in carcere e delle condizioni indegne di lavoro agenti. Sappe, servono misure e strumenti

AgenPress –  “Dall’inizio di quest’anno sono stati 71 i suicidi in carcere. E’ indegno di una nazione civile, come indegne sono spesso le condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel discorso per la fiducia alla Camera annunciando un “nuovo piano carceri”.

“Abbiamo apprezzato le parole del neo Premier Giorgia Meloni su carcere e Polizia Penitenziaria”, replica il segretario del Sappe,Donato Capece, che non ha dubbi sulle ragioni dell’attuale situazione emergenziale delle carceri : “è conseguenza di anni di ipergarantismo, in cui ai detenuti è stato praticamente permesso di auto gestirsi con provvedimenti scellerati ‘a pioggia’ come la vigilanza dinamica e il regime aperto, con detenuti fuori dalle celle pressoché tutto il giorno a non fare nulla nei corridoi delle Sezioni. E queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimenti.”

Meloni abbia “quel coraggio che non hanno avuto i suoi predecessori nel modificare l’insostenibile e pericolosa situazione delle carceri italiane, per adulti e minori. Non si può continuare così: la tensione che si vive nelle carceri è costante e lo sanno bene gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria che ogni giorno, nelle galere d’Italia, sono le vittime di aggressioni, umiliazioni, improperi, ferimenti, risse e colluttazioni da parte della frangia violenta dei detenuti. Servono con urgenza provvedimenti. Servono nuove assunzioni, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili. Ma la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi resta quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere, prevedendo per la Polizia Penitenziaria nuovi orizzonti operativi come il completo controllo dell’esecuzione penale esterna e di tutte le misure alternative alla detenzione”.

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