Sgominata la nuova Mala del Brenta. Blitz nella notte, 39 arresti. Procuratore, sono gli stessi protagonisti usciti di carcere

AgenPress – Blitz dei Carabinieri del Ros nella notte con l’esecuzione a Venezia e altre città italiana di 39 arresti ai danni di ex componenti della Banda del Brenta che con metodi mafiosi cercavano di ricostruire l’ex gruppo criminale che dagli anni ’70 agli anni ’90 aveva terrorizzato il nord-est d’Italia.

In carcere sono finiti Gilberto Boatto, Loris Trabujo, Paolo Pattarello, Gino Causin, Cristiano Michielon, Festim Shemellari, Daniele Corradini, Gianfranco Sedda, Luca Livieri, Antonio Guerrieri, Marco Padovani, Anna Pegoraro, Ivan Giantin, Melissa Stefanutto, Riccardo Cargnelli, Davide Zulian, Claudio Bozzola, Nicola Marampon, Flora Stecca, Francesco Rivellini, Roberto Sorato, Fabio Pintonello Seliciato, Denis Trabujo, Alessandro Duse, Roberto Zennaro.

Ma oggi alcuni nuovi esponenti della “Mala del Brenta 2.0” sono stati “anticipati“ e arrestati dai Carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Venezia, Padova, Treviso e Rovigo. Trentanove le misure cautelari emesse dal tribunale di Venezia, su richiesta della Procura. Le accuse: associazione e concorso esterno in associazione per delinquere, detenzione e porto di armi da fuoco, spaccio di stupefacenti, estorsione, rapina, usura e altri delitti.

L’indagine chiamata “Papillon” della direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Venezia, ha documentato “l’esistenza di gravi e concordanti elementi relativi alla ricostituzione della disgregata organizzazione mafiosa nota come Mala del Brenta” soprattutto dopo la scarcerazione di esponenti della  Frangia dei Mestrini. L’indagine, diretta dalla direzione distrettuale antimafia e  antiterrorismo di Venezia, ha documentato l’esistenza di gravi e  concordanti elementi relativi alla ricostituzione della disgregata  organizzazione mafiosa nota come Mala del Brenta.

Nel corso delle indagini sono stati effettuati anche 6 arresti in flagranza, 3 denunce a piede libero nonché il sequestro di due pistole semiautomatiche complete di munizioni, 3 ordigni esplosivi radiocomandati ad alto potenziale e stupefacente del tipo cocaina. E’ stato eseguito anche un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili per un valore complessivo superiore ad 1 milione euro.

Uomini che gestivano lo smercio di stupefacenti;  si occupavano di rapine o di tentate rapine sotto la minaccia di armi. Vittime privati assaliti nelle loro case e commercianti. Attività criminali che fruttavano un bel giro di soldi. Ma c’era anche di più.

I vertici dell’organizzazione, per riaffermare la paura nelle persone e nelle zone già segnate dal solco della Mala del Brenta e di riacquistare progressivamente il prestigio nell’ambito criminale veneto, risulterebbero aver pianificato delitti di singoli criminali con i quali erano entrati in concorrenza, e alcuni collaboratori di giustizia ritenuti responsabili delle proprie condanne, risalenti agli anni ’90 e 2000, per la partecipazione all’associazione mafiosa Mala del Brenta.

La  Frangia dei Mestrini, articolazione della Mala del Brenta. Il gruppo, aveva reclutato nuove leve, tra cui un imprenditore del settore del trasporto turistico lagunare. L’uomo avrebbe  strutturato un’organizzazione criminale pericolosa e armata già composta ben 10  associati. Personaggi che stando alle indagini erano capaci di atti intimidatori, violenti, tipica dei clan mafiosi. Le vittime delle estorsioni erano operatori del trasporto a Venezia. Dovevano attraccare nella cosiddetta ‘Isola del Tronchetto’, con cifre che si aggiravano sui 6 mila euro mensili.

“Sono gli stessi protagonisti della vecchia Mala del Brenta usciti di carcere. Anche se un po’ invecchiati, sono ugualmente molto pericolosi – dice il procuratore della Repubblica Bruno Cherchi – sono invecchiati, è vero, ma è vero anche che sono sempre molto pericolosi, con una grande capacità di aggregazione, e una volta usciti dal carcere, di riprendere i rapporti, soprattutto di spaccio e di approvvigionamento di sostanza stupefacente dai paesi sudamericani, e l’attività delittuosa nei confronti dell’ambiente veneziano. Ci sono i vecchi interessi della fazione dei mestrini legati allo spaccio di droga, questo non significa che abbiamo escluso anche altre attività come rapine e estorsione”. Riappaiono i nomi di Gilberto Boatto, Paolo Pattarello, Antonio “Marietto” Pandolfo , Gino Causin e Loris Trabujo.

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