Maccioni (già avvocato famiglia Pasolini): “Pino Pelosi non avrebbe potuto uccidere da solo Pasolini”

AgenPress. Stefano Maccioni, legale famiglia Pasolini, è intervenuto nella trasmissione “Prisma” condotta da Andrea Mollas e Cinzia Santangeli in onda su Cusano Italia Tv

Voi avete fatto questa istanza per richiedere l’apertura del caso, ma a distanza di tutto questo tempo è possibile risalire alle persone che erano presenti lì quella notte?

“Sì. Non solo è possibile ma è stato effettuato. Avevo richiesto la riapertura già nel 2009. Le indagini vennero riaperte e grazie a quella riapertura fu possibile ritrovare ben 3 tracce di DNA. La nuova richiesta di riapertura parte da 3 tracce che nonostante il tempo trascorso ci consenta di capire a chi appartengono queste tracce. Pasolini venne attratto all’idroscalo di Ostia per ritirare quelle pizze appartenenti all’ultimo film che stava girando. Occorre confrontare i DNA insieme ai DNA che appartengono alle persone che potrebbero ancora essere in vita”.

Questa scoperta è stata effettuata nel 2010. Perché ci sono voluti 13 anni?

“C’è stata una durata di 5 anni delle indagini, dal 2010 al 2015. Ma non avendo ottenuto alcun risultato si chiese l’archiviazione. È importante che Maurizio Abbatino sappia che il furto di quelle pizze venne fatto su commissione. Dal 2015 al 2023 c’è stato questa chiusura, ma appena archiviato il caso chiesi una commissione d’inchiesta. Ho richiesto una nuova riapertura nel 2017. Adesso il caso è maturo per essere definito”

Qual è la sua ricostruzione dei fatti?

“Chiunque arriva e dice la sua, poi si crea confusione. Sarà importante il movente, Pasolini era un personaggio molto scomodo. Io ho parlato sempre di cerchi concentrici, quando l’esecutore non sa cosa c’è dietro l’omicidio. Sicuramente quella impiegata era la malavita dell’epoca, la neo nascente Magliana era vicini ad altri ambienti. Occorre riprendere le micro tessere di un puzzle spezzettato, non perdendo di mira il punto focale: Pino Pelosi non avrebbe potuto uccidere da solo Pasolini. C’erano altri soggetti, abbiamo la prova scientifica. La sentenza di primo grado è valida, ma il fatto che non si indagò ulteriormente lascia perplessi. Occorrerà individuare in maniera scientifica a chi appartengono quei 3 DNA, è l’unica prova che si può prendere in considerazione. Noi riteniamo che alcuni di questi siano ancora vivi. Io ho rappresentato il cugino Guido fino all’ultima riapertura delle indagini. La famiglia in questa terza indagine non è presente”

Le chiedo: la teoria più plausibile è quella di aver tratto in inganno Pierpaolo?

“Sì. Venne fatto un furto su commissione di queste pizze. Abbiamo anche altri testimoni. Abbiamo le prove che Pasolini venne portato lì. Inizialmente vennero ritrovate delle banconote. Non si parte da piazza dei Cinquecento per arrivare a Ostia”

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