M5S. Per un refuso ed errore a rischio votazione 2×1000. Azzolina, soldi servono per aprire sedi nelle città ed iniziative

AgenPress –  Un refuso, riferito al numero del decreto citato nel quesito sottoposto agli iscritti M5s sull’adesione al 2 per mille, rischia in linea teorica di mandare in fumo la votazione che si è chiusa ieri sul portale Skyvote. Non solo, oltre al refuso il quesito potrebbe essere impugnabile per un ricorso perché non sarebbero stati rispettati i tempi di preavviso richiesti. 

Nella scheda sottoposta agli iscritti il M5s chiede infatti di approvare o meno la proposta di richiedere l’accesso al finanziamento del 2×1000 e al finanziamento privato in regime fiscale agevolato “mediante iscrizione al registro nazionale di cui al D.L. 143/2013” che nulla ha a che fare con il decreto all’origine del quesito ma si riferisce semmai ad un decreto ministeriale che contiene un regolamento sui corrispettivi di architetti e ingegneri nelle procedure di affidamento di contratti pubblici.

Nell’avviso di indizione della votazione sul blog del M5s il quesito è invece indicato correttamente perché è scritto che si ” intende sottoporre all’assemblea degli iscritti la proposta di iscrizione al registro nazionale D.L. 149/2013″ usando quindi il riferimento legislativo corretto sul finanziamento del 2×1000.

Un semplice refuso, quindi, che secondo l’avvocato esperto di Statuti M5s, Lorenzo Borrè, non sarebbe sufficiente ad inficiare il quesito. “Quello effettivamente è ininfluente… ” afferma il legale secondo il quale, invece, “tra i vizi ipotizzabili c’è il mancato rispetto del termine di preavviso per l’indizione dell’assemblea” in quanto “la riduzione del preavviso ad un giorno è prevista solo in caso d’urgenza”.

Intanto l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina definisce un “passo necessario” la possibilità per il Movimento 5 stelle di attingere ai fondi del 2xmille, così come hanno deciso gli iscritti.

“Il M5s – dichiara la deputata pentastellata in un’intervista a La Stampa – ha bisogno di darsi una struttura e radicarsi nei territori. E quei territori chiedono risorse per aprire sedi e lanciare iniziative”.

Dopotutto “tre esperienze di governo non potevano fare sì che il M5s restasse quello delle origini”, argomenta la deputata, secondo la quale il movimento “è un cantiere in corso”.

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