Lannutti (M5S). “Criminalizzare l’uso del contante e dire che bisogna essere tutti schiavi del denaro di plastica non mi convince”

Agenpress – “C’è una grande battaglia da fare: il contrasto di interessi. Se viene a casa un idraulico e dice: mi ci devi pagare l’iva, la famiglia non ha interesse a fare la ricevuta. Stessa cosa quando si va a fare una visita medica e ti chiedono: con o senza ricevuta? Questa è la prima cosa che bisogna combattere. La lotta al contante è sbagliata. Venire oggi a fare tutta questa retorica, criminalizzando l’uso del contante e dire che bisogna essere tutti schiavi del denaro di plastica non mi convince”.

Così Elio Lannutti, senatore del M5S e presidente onorario di Adusbef,  intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, sui provvedimenti anti-evasione fiscale varati dal governo

“Non mi convince soprattutto la fake news secondo cui l’uso del contante viene associato al riciclaggio. Sappiamo quanti soldi ci sono negli Stati canaglia tipo il Lussemburgo? In Lussemburgo ci sono 4 trilioni di dollari di dubbia provenienza. Per 600mila abitanti andiamo a vedere quanti soldi sono. E allora noi andiamo a fare la lotta ai piccoli e lasciamo i grandi in pace? I contanti sono i soli da cui le banche non riescono a trarre profitto. La lotta al contante serve a garantire il totale controllo della finanza sui cittadini, in modo che le banche possano rapinarli e spennarli meglio impunemente.

Non voglio andare verso uno Stato di polizia fiscale, ci sono banche dati che non si parlano tra di loro. Come mai l’agenzia delle entrate non mette insieme tutti questi dati? Sanno vita, morte e miracoli di ogni cittadino, il controllo dettagliato c’è già sui poveracci. Non c’è volontà di prendere quelli che si possono permettere grandi avvocati. L’unico che sta facendo una battaglia seria è il procuratore di Milano Francesco Greco che ha recuperato 5-6 miliardi di Euro. Non sono però d’accordo con lui quando dice che bisogna eliminare il contante. Io non voglio entrare a far parte del grande fratello internazionale di polizia fiscale.

Non voglio finire nello Stato etico che mi dice: tu devi fare questo, devi comprare in questo modo. Col denaro di plastica si perde anche la cognizione di quanto spendi, di quanto hai faticato per guadagnare quel denaro. Io sono sempre stato un uomo libero, adesso per responsabilità ho votato anche le cose che non si potevano votare, però c’è un limite a tutto”.

Riguardo il suo controverso tweet sui protocolli dei savi di Sion. “Questa è una pagina molto dolorosa per uno come me che ha fatto 35 anni di battaglia, che viene da una famiglia di partigiani che hanno combattuto il fascismo. Per un retweet, per cui ho chiesto scusa e ho ammesso di aver sbagliato, ciononostante si è attivata la macchina del fango per annientare una persona libera che si batte contro i potentati, contro i banchieri. In quel periodo io facevo la battaglia per mettere a capo della Consob un galantuomo come Marcello Minenna.

Condividere qualcosa su twitter non significa condividere il contenuto. E’ come quando si pubblica su un giornale una notizia infondata, si fa una rettica. Non è che dopo quella rettifica per un mese e mezzo tutti i giorni, tutti i media fanno questa persecuzione. Ho subito minacce e addirittura i manifesti con scritto wanted.

E’ intervenuto addirittura il Capo dello Stato e ho chiesto scusa. Non tutti hanno solidarizzato, c’è qualcuno che ha gioito per quell’errore ma io ho la coscienza pulita e la schiena dritta. Se pensavano di tapparmi la bocca si sbagliavano. Sono stato in silenzio stampa finora, ma da oggi riprenderò quel cammino a tutela dei diritti che per 9 mesi ho messo da parte”.

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