La giustizia francese protegge 10 ex terroristi italiani negando la loro estradizione. “Qui si sono rifatti una vita”

AgenPress – La Corte di Cassazione francese ha negato l’estradizione  per i 10 ex terroristi italiani di estrema sinistra, mettendo fine ad una vicenda lunga 40 anni e un tira e molla tra i giudici di Italia e Francia che dura da due anni. La decisone ora è definitiva: “La Corte di Cassazione rigetta il ricorso del procuratore generale presso la Corte d’appello di Parigi, considerando che i motivi adottati dai magistrati, che rilevano del loro giudizio sovrano, sono sufficienti”. La richiesta di estradizione era stata avanzata dal governo italiano e appoggiata da quello francese.

Alla base della decisione dei giudici francesi il fatto chemolti degli arrestati erano stati giudicati in Italia in loro assenza, e non avrebbero avuto la possibilità di difendersi in un nuovo processo poiché la legge italiana non offre questa garanzia. Poi il tribunale ricordava ai colleghi italiani che i rifugiati vivevano in Francia da ormai 24-40 anni. Questo significava una vita nuova familiare, sociale e lavorativa rompendo qualsiasi legame con l’Italia e la vecchia vita. Dunque per i giudici francesi la loro estradizione avrebbe provocato un danno sproporzionato al loro diritto a una vita privata e familiare. Tutte motivazioni già espresse nel giugno 2022 e che la Corte di cassazione considera oggi sufficienti e respinge quindi il ricorso.

Le domande di estradizione riguardavano l’ex di Lotta Continua Giorgio Pietrostefani, tra i fondatori dell’organizzazione, ottantenne e da  tempo malato, condannato a 22 anni come uno dei mandanti dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi; sei ex militanti delle Brigate rosse: Giovanni Alimonti (classe ’55) che deve ancora scontare 11 anni per  banda armata e associazione terroristica, Roberta Cappelli (classe  ’55) che ha una condanna all’ergastolo per associazione con finalità  di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio  aggravato, attentato all’incolumità, Marina Petrella (classe ’54), che deve scontare l’ergastolo per omicidio, Sergio Tornaghi (classe ’58),  condannato all’ergastolo per l’omicidio di Renato Briano, direttore  generale della Ercole MarelliMaurizio Di Marzio (classe ’61), che  deve scontare 5 anni per tentato sequestro dell’ex dirigente della  Digos di Roma, Nicola SimoneEnzo Calvitti (classe ’55), che deve  scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni e 4 anni di libertà vigilata per  i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con  finalità di terrorismo, ricettazione di armi; l’ex militante di  Autonomia Operaia Raffaele Ventura (classe ’52), condannato a 20 anni  per concorso morale nell’omicidio a Milano del vicebrigadiere Antonio  Custra; l’ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac)  Luigi Bergamin (classe ’48), che deve scontare una condanna a 25 anni  per associazione sovversiva, banda armata e concorso in omicidio; l’ex membro dei ‘Nuclei armati contropotere territoriale’ Narciso Manenti  (classe ’57), che ha una condanna all’ergastolo per l’omicidio  aggravato dell’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri,  assassinato a Bergamo il 13 marzo 1979.

 

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