Kyiv Independent. “La Russia di oggi è fascista. È ora di iniziare a chiamarla così”

AgenPress – “Siamo andati e abbiamo ucciso tutti. C’erano donne, uomini, anziani e bambini”.
 Queste sono state le parole di Azamat Uldarov, un ex combattente del gruppo mercenario russo Wagner che ha ammesso personalmente di aver ucciso una bambina di cinque o sei anni, parlando al canale indipendente russo Gulagu.net. Uldarov, insieme all’ex comandante di Wagner Aleksei Savichev, hanno entrambi descritto di aver ricevuto ed eseguito l’ordine di “ripulire” interi edifici o aree nell’oblast di Donetsk dai civili uccidendoli tutti.

E’ quanto riporta il sito Kyiv Independent.

Le confessioni sono emerse sul retro di un video di truppe russe, successivamente riportato come appartenente anche a Wagner, che decapitano con un coltello un prigioniero di guerra ucraino.

Tre giorni dopo le confessioni di Wagner, il cantante patriottico russo Shaman ha pubblicato un nuovo video musicale intitolato “We”, in cui cammina lungo la Piazza Rossa sfoggiando un completo di pelle nera, sottosquadro biondo pettinato e fascia da braccio con la bandiera russa.  “La fede e l’amore sono con noi, Dio è con noi”, canta.

No, questo non è un sogno febbrile, questa è la Russia fascista nel 2023. Nel maggio dello scorso anno, lo storico americano Timothy Snyder ha rinvigorito la discussione sull’etichetta fascista nel suo editoriale del New York Times “Dovremmo dirlo. La Russia è fascista”.

Un regime totalitario personalizzato costruito attorno al culto di un leader. Innumerevoli prove di crimini di guerra sistematici contro i civili. Il culto dei morti come mito nazionale fondante. La conquista di terre straniere con l’intento aperto di distruggere la nazione che vi abita. Lo strano ma minaccioso simbolo con cui è marchiata la loro guerra di aggressione.

Guardando la Russia di oggi, è tutto lì. È vero, la Russia putinista non si mostra come una forza modernizzante come fecero Hitler o Mussolini, non ci si fa illusioni che la guerra sia necessaria per l’alba di una sorta di New Age razziale utopica.

Invece, la Russia vuole trascinare il resto del mondo al suo miserabile livello di esistenza.

“Qual è il punto del mondo se è senza la Russia?” “Noi (russi) andremo in paradiso e loro semplicemente periranno”.

Entrambe le frasi pronunciate prima dal dittatore russo Vladimir Putin che minacciava l’opzione nucleare, ed entrambe successivamente ripetute a pappagallo dai propagandisti di stato, il cui compito è portare l’ideologia diabolica del Cremlino al suo estremo logico. Questa battuta molto russa sul fascismo non è sufficiente per cambiare l’allineamento di base.

Riassunta nella sua essenza, una definizione moderna di stato fascista dovrebbe essere semplice: un regime militarizzato e totalitario che esprime un’autoproclamata superiorità nazionale, in cui la distruzione violenta di un’altra nazione o gruppo sociale è una parte fondamentale dell’ideologia dello stato in pratica, con la partecipazione attiva e il sostegno di gran parte della popolazione.

In combinazione con l’invasione di uno stato sovrano, ciò che il mondo ha tra le mani sotto forma di Russia è uno stato fascista in marcia, uno che, proprio come nel 1939, cerca di sputare sugli accordi internazionali più elementari e iniziare a ridisegnare il mappa come preferisce.

Naturalmente, Mosca non tiene d’occhio solo l’Ucraina. Nella fantasia imperialista dove, nelle parole di Putin, “i confini della Russia non finiscono da nessuna parte”, propagandisti e legislatori hanno minacciato Moldavia, Kazakistan, Polonia e Stati baltici con le loro “operazioni militari speciali”, per non parlare degli appelli folli a colpire Londra e Washington con armi nucleari.  

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