Istat: dati sulla distribuzione dell’acqua

AgenPress. Quasi metà dell’acqua si perde nella distribuzione. L’Istat indica che l’erogazione giornaliera dell’acqua pro capite è mediamente più elevata nei comuni del Nord, con il massimo nel Nord-ovest (253 litri per abitante al giorno), che presenta una forte variabilità regionale e valori che vanno dai 234 litri per abitante al giorno del Piemonte ai 438 della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (regione con il valore più alto).
La diffusione dei fontanili, soprattutto nelle aree montane, può dar luogo a erogazioni considerevoli e spiega i valori sensibilmente più alti dei volumi pro capite. Nella ripartizione delle Isole è erogato in media il minore volume di acqua (186 litri per abitante al giorno), anche se i valori regionali più bassi dell’indicatore si osservano in Umbria (166) e Puglia (155).
Nel 2020 operano in Italia 2.391 gestori di servizi idrici, 161 in meno rispetto al 2018, ma la gestione è ancora fortemente frammentata.
Nel 2020 sono erogati ogni giorno per gli usi autorizzati 215 litri di acqua potabile per abitante nelle reti comunali di distribuzione.
Nel 2021 sono adottate misure di razionamento dell’acqua in 15 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana (erano 11 nel 2020), due anche nel Centro-Nord.
Nel 2020, 6,7 milioni di residenti non sono allacciati alla rete fognaria pubblica.
Sono  718,8 I millimetri di precipitazione totale annua registrata in media nei 24 capoluoghi di regione/città metropolitana e il 29,4% à la quota di famiglie che nel 2022 non si fidano a bere acqua di rubinetto. Sono 296 I comuni senza servizio pubblico di depurazione delle acque reflue urbane
Nel 2020 il servizio di distribuzione dell’acqua potabile è attivo in 7.888 comuni su 7.903, a completa o parziale copertura del territorio, garantendo gli usi idrici di popolazione, piccole imprese, alberghi, uffici, attività commerciali, produttive, agricole e industriali collegate direttamente alla rete urbana, nonché gli usi pubblici (lavaggio strade, acqua di scuole e ospedali, innaffiamento verde, fontanili e antincendio). 15 comuni sono totalmente sprovvisti del servizio: vi risiedono circa 65mila persone (0,1% della popolazione) che ricorrono a forme di autoapprovvigionamento, attraverso pozzi privati. Dove è attivo il servizio di distribuzione dell’acqua potabile, in più di quattro comuni su cinque (79,6%) operano gestori specializzati, in poco meno di uno su cinque (19,4%) gestori in economia e nei restanti rari casi gestioni miste (quando enti in economia e specializzati operano su aree differenti del territorio comunale), concentrati soprattutto nella provincia autonoma di Bolzano/Bozen e in quella di Catania.
A livello regionale, la gestione specializzata del servizio di distribuzione copre interamente l’Umbria ed è molto presente anche in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Basilicata ed Emilia-Romagna. Di contro, quasi tutte le gestioni sono in economia in Molise, con una forte componente anche in Calabria, nelle province autonome di Bolzano/Bozen e Trento e in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste.
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