In Asia Orientale e nel Pacifico i bambini affrontano disastri climatici 6 volte maggiori rispetto ai loro nonni

Dati allarmanti del nuovo rapporto regionale dell’UNICEF “Oltre il punto di non ritorno” sui bambini dell’Asia Orientale e del Pacifico. 

Nella regione oltre 210 milioni di bambini sono fortemente esposti a cicloni, 140 milioni a scarsità d’acqua; 120 milioni a inondazioni costiere e 460 milioni a inquinamento dell’aria. 


AgenPress.  Secondo l’ultimo rapporto regionale dell’UNICEF “Oltre il punto di non ritorno” (Over the Tipping Point) i bambini nella regione dell’Asia Orientale e del Pacifico devono sopravvivere a shock e pericoli ambientali e climatici multipli e spesso sovrapposti, più che in ogni altra regione. Il rapporto sottolinea la necessità urgente di investire in servizi sociali e politiche intelligenti per il clima per proteggere bambini.

I bambini che oggi nascono nella regione affrontano disastri legati al clima 6 volte maggiori rispetto ai loro nonni. Negli ultimi 50 anni, la regione ha visto aumentare di 11 volte le inondazioni, di 4 volte le tempeste, di 2,4 volte la siccità e di 5 volte le frane.

Secondo l’ultima analisi, che è basata sull’Indice di Rischio Climatico per i Bambini, nella regione dell’Asia Orientale e del Pacifico oltre 210 milioni di bambini sono fortemente esposti a cicloni, 140 milioni a scarsità d’acqua; 120 milioni a inondazioni costiere e 460 milioni a inquinamento dell’aria.

Inoltre, diversi bambini sono esposti a più di un tipo di shock, stress o pericoli climatici e ambientali:

  • 443 milioni di bambini affrontano 3 o più tipi di shock climatici, l’89% rispetto al 73% a livello globale
  • 325 milioni di bambini affrontano 4 o più tipi di shock climatici, 65% rispetto al 37% a livello globale;
  • 204 milioni di bambini affrontano 5 o più tipi di shock climatici, il 41% rispetto al 14% a livello globale;
  • 63 milioni di bambini affrontano 6 o più shock climatici, il 12% rispetto al 3% a livello globale.

Con l’innalzamento delle temperature e del livello del mare e l’aumento di fenomeni meteorologici estremi come tifoni, gravi inondazioni, frane e siccità, milioni di bambini sono a rischio. Molti bambini e le loro famiglie sono costretti a sfollare e a lottare per sopravvivere, con un accesso limitato o nullo all’assistenza sanitaria, all’istruzione e ai servizi idrici e igienici.

“La situazione per i bambini della regione dell’Asia Orientale e del Pacifico è allarmante. La crisi climatica sta mettendo a rischio le loro vite, facendo perdere loro l’infanzia e il diritto a sopravvivere e crescere. Abbiamo bisogno di azioni urgenti e collettive di governi, aziende e donatori per rispondere ad alcuni dei principali problemi nella gestione del rischio di catastrofi e adottare servizi intelligenti per il clima così che i bambini possano crescere in sicurezza e in ambienti salubri”, ha dichiarato Debora Comini, Direttore Regionale UNICEF per l’Asia Orientale e il Pacifico.

Quando questi shock sovrapposti sono aggravati da altre tipologie di crisi come insicurezza alimentare, malnutrizione e la diffusione di malattie contagiose, diventano particolarmente difficili da affrontare e superare per i bambini più vulnerabili, in particolare per quelli delle comunità più povere e ai margini e coloro con disabilità. Infine, questi effetti ampliano le disuguaglianze che i bambini già affrontano, spingendo i più poveri ancora di più in povertà.

L’UNICEF chiede azioni urgenti a governi, aziende e donatori per investire nella costruzione di servizi sociali adatti al clima che comprendono istruzione, assistenza medica, aiuti idrici e igieni, sistemi precoci di allerta e protezione sociale sensibile al clima come trasferimento in denaro.

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