Il decreto rave approvato con la “ghigliottina”. Pd e M5s protestano. Tredici deputati di Forza Italia non votano

AgenPress – Approvato in via definitiva il decreto Rave, che oltre a sanzionare i raduni musicali illegali interviene anche su ergastolo ostativo e reintegro dei medici no vax. I voti a favore sono 183, i contrari 116 e 1 astenuto. Circa un paio d’ore più tardi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha apposto la sua firma: il decreto dunque ora è legge.

Le opposizioni hanno rumorosamente protestato contro la decisione del presidente Lorenzo Fontana di ricorrere alla “ghigliottina” lo strumento procedurale che consente di interrompere  le dichiarazioni di voto per passare subito al voto. I deputati Pd hanno mostrato copie della costituzione “per sottolineare l’incostituzionalità di questo provvedimento”. Applausi, invece, dai banchi della maggioranza al momento dell’approvazione.

Ha spiegato in aula Fontana: “La presidenza, considerato che tutte le fasi di esame del provvedimento si sono svolte e considerato che, nell’ambito delle dichiarazioni di voto finale, tutti i gruppi hanno potuto esprimere le loro posizioni, si trova costretta nell’esercizio delle responsabilità che l’ordinamento le affida, a porre direttamente in votazione” il decreto “per assicurare che la deliberazione dell’assemblea avvenga nei termini costituzionali”.

“Nessuna ghigliottina”, rivendica il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti, “ma solo il rispetto dell’articolo 64 della Costituzione. E stupisce davvero che chi si professa custode della stessa voglia calpestarla, piegarla e sventolarla ai propri desideri e fini. Con Giorgia Meloni presidente, finalmente l’Italia smette di essere una zona franca per gli spacciatori e non ci saranno più scappatoie, misure blande e scarcerazioni anticipate per i mafiosi. Le opposizioni hanno perso l’occasione per unirsi alla nostra battaglia per la legalità”.

“Eccoci qui, a 24 ore dalla fine dell’anno il Governo Meloni chiude il dibattito parlamentare con la tagliola – ha commentato la deputata Pd Irene Manzi –  Non sono bastati due mesi per convertire un decreto inutile e dannoso. E ancora una volta si forzano le regole parlamentari con gli strumenti contro cui la presidente del Consiglio si scagliava urlando. Proposito per l’anno nuovo: fermiamoci a riflettere insieme e diamo uno stop a quante forzature. Ne guadagnerebbe la democrazia e il già malconcio rapporto dei cittadini con le istituzioni”.

“Veniamo da uno spazio compresso già sulla legge di bilancio, dove è stata negata la possibilità all’opposizione di svolgere il suo ruolo e dare un contributo”, ha detto il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, “purtroppo adesso, con questo ultimo strumento della tagliola, la compressione per quanto riguarda la possibilità  per l’opposizione di svolgere il suo ruolo è stata ulteriormente confermata. Ci ritroviamo con una mortificazione del ruolo dell’opposizione”.

C’è stato dissenso anche in maggioranza: tredici deputati di Forza Italia non hanno partecipato al voto pur non essendo in missione, mentre gli assenti per missione erano quattro. “Non ho partecipato al voto non perché non condividessi tutti i contenuti del decreto ma perché al suo interno, all’articolo 7, c’è una norma che non condivido e cioè la revoca della sospensione dell’attività professionale per i cosiddetti medici ‘no vax'”, spiega uno di loro, il presidente della commissione Affari costituzionali Nazario Pagano. Un punto di vista respinto dai vertici del partito: secondo il coordinatore azzurro e vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani tra questo decreto, circolare di Schillaci e ordinanza sui tamponi negli aeroporti “non c’è contraddizione, sono due vicende diverse e separate. La vicenda di oggi riguarda quello che sta accadendo in Cina mentre il rientro dei medici in corsia con qualche settimana di anticipo riguarda vicende pregresse. L’Italia si muove correttamente per tutelare la salute dei cittadini”

 

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