I numeri di un anno di guerra in Ucraina

AgenPress. Il 24 febbraio 2022 le forze armate russe superavano i confini dell’Ucraina, entrando nell’ex Repubblica sovietica in quella che Mosca definì “operazione militare speciale” e Kiev “invasione”. Lo scontro diplomatico che durava da tempo tra i due Paesi, con i picchi legati al conflitto nel Donbass e all’annessione unilaterale russa della Crimea, sfociava così in una vera e propria guerra nel cuore dell’Europa. In un anno, il bilancio di distruzione, vittime, sfollati e drammi umanitari non ha cessato di aggravarsi, così come non si è allentata la tensione sui temi economici ed energetici. Ecco alcuni dati.

VITTIME. Il bilancio delle vittime civili, secondo le elaborazioni dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i diritti umani (Ohchr), al 23 gennaio 2023 è di 18.483 persone colpite: 7.068 uccise e 11.415 ferite. Ci sono 403 bambine e bambini tra le persone uccise, 571 tra quelle ferite. Sempre secondo l’Ohchr, la maggior parte delle vittime è stata causata da armi esplosive con effetto d’ampio raggio, tra cui bombardamenti d’artiglieria, sistemi lanciarazzo multipli, missili e attacchi aerei. L’agenzia Onu ritiene che i numeri reali siano “considerevolmente più elevati”, vista la difficoltà di verificare le informazioni e l’inaccessibilità delle aree dove sono in corso combattimenti. L’Ucraina stima che i civili uccisi possano essere decine di migliaia, mentre sia Kiev sia Mosca negano di prendere di mira la popolazione.

RIFUGIATI E SFOLLATI. L’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) stima che 8 milioni di persone siano fuggite dall’Ucraina in altri Paesi europei, mentre gli sfollati interni sarebbero 6,5 milioni. È la più grave crisi umanitaria nel continente dalla Seconda guerra mondiale. L’Italia ha registrato sul territorio 169mila cittadine e cittadini ucraini, mentre Germania e Polonia oltre un milione ciascuna (Spagna 161mila, Francia 118mila, gli altri Paesi europei meno di 100mila). In Russia, a ottobre erano oltre 2,8 milioni gli ucraini entrati nel Paese.

CONDIZIONI DI VITA. Le rigide temperature invernali hanno reso ancora più urgenti i bisogni umanitari della popolazione, che necessita di protezione e assistenza di base, dalla fornitura di cibo, alle cure mediche ai luoghi riscaldati. All’origine, i danni causati dagli attacchi militari alle abitazioni, l’assenza di lavoro, l’interruzione delle forniture di energia. L’Onu ha stimato a dicembre che il 50% dell’infrastruttura energetica sia stata distrutta o danneggiata dagli attacchi russi, mettendo milioni di persone a rischio di malattie e morte, con temperature in calo fino a -20°. La situazione è particolarmente difficile per oltre 10 milioni di persone che vivono vicino alla linea del fronte, dove mancano acqua, riscaldamento, elettricità. Jaco Cilliers, rappresentante permanente del Programma di sviluppo Onu in Ucraina, ha stimato che 18 milioni di persone (il 40% della popolazione) abbiano bisogno di aiuti umanitari.

DISTRUZIONE E DANNI ECONOMICI. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha riferito che almeno 715 ospedali e strutture sanitarie sono stati distrutti o danneggiati dagli attacchi russi, mettendo così a rischio la possibilità di curarsi. La piattaforma Statista ha inoltre elaborato una stima economica dei danni alle infrastrutture in Ucraina, paria a 127 miliardi di dollari. In particolare, quelli agli edifici residenziali a oltre 50 miliardi di dollari, alle infrastrutture dei trasporti a oltre 35 miliardi, all’apparato industriale circa 10 miliardi, alle strutture educative 7 miliardi e al settore agricolo 6,6 miliardi.

Il Pil è calato del 30,4% nel 2022, secondo il ministero dell’Economia di Kiev, dato che coincide con le stime preliminari del governo. «Nel 2022, l’economia ucraina ha subito le maggiori perdite e i maggiori danni nella sua storia di indipendenza, causati dalla Federazione Russa», ha commentato la ministra dell’Economia di Kiev, Julija Svyrydenko. Nel frattempo, almeno 335 compagnie straniere hanno lasciato del tutto la Russia, mentre 500 hanno sospeso temporaneamente o del tutto le loro operazioni nel Paese. Per quanto riguarda le sanzioni internazionali, dal 2014 a Mosca sono state imposte 2.778 sanzioni, di cui 1.827 decise dopo l’invasione. L’Unione europea ne ha imposte 1.444, di cui 1.196 nell’ultimo anno.

MINE E NUCLEARE. Il premier ucraino, Denys Shmyhal, ha denunciato che 250mila chilometri quadrati di territorio sono minati, descrivendo l’area come oltre il 40% delle zone aperte: «E’ il più grande campo minato del mondo», ha detto all’agenzia Yonhap l’8 gennaio. Situazione, ha denunciato, che non solo rende difficili e rischiosi gli spostamenti, ma ostacola anche l’agricoltura e l’allevamento, tra i settori economici principali.

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha annunciato il rafforzamento della sua presenza in Ucraina, dispiegando in via permanente esperti in tutte le cinque centrali, per evitare incidenti nucleari nell’attuale conflitto militare. Ha lanciato l’allarme, in particolare, sull’impianto di Zaporizhzhya, controllato dalla Russia: potenti esplosioni sono nuovamente state rilevate negli ultimi giorni di gennaio dagli operatori dell’Aiea sul posto, indicando scontri militari nei pressi della centrale. Il direttore generale dell’agenzia, Rafael Mariano Grossi, ha esortato alla creazione di una Nuclear Safety and Security Protection Zone attorno all’impianto, sottolineando la complessità dei negoziati con Kiev e Mosca.

 

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