Haiti. La gente inizia a farsi giustizia da sé contro la violenza dilagante e i sequestri di persona

AgenPress. “La popolazione haitiana è in rivolta contro la violenza dilagante e i rapimenti per mano di bande armate”.  “In un contesto di vuoto costituzionale e di impunità giudiziaria, la gente sta reagendo per cercare di ovviare le tante sofferenze di anni di violenze.

Da due settimane – dichiara il missionario padre Nestor Fils-Aimé – sull’isola caraibica la paura è stata sostituita da reazioni che purtroppo non sono sempre pacifiche. Per fare alcuni esempi, ultimamente sono stati aggrediti oltre 200 banditi, in diversi quartieri sono state erette barricate e vengono perquisite auto per vedere se trasportano armi”.

“Il concetto di come ottenere giustizia – aggiunge ancora padre Nestor – è molto vario. Noi missionari deploriamo la situazione ma la comprendiamo poiché le persone si sentono abbandonate al loro destino. La gente non vuole un intervento militare delle Nazioni Unite che non risolverebbe i problemi ma li aggraverebbe. Oggi, un intervento militare gioverebbe solo al governo di Ariel Henri e dei suoi scagnozzi. Noi missionari continuiamo a vivere e condividere la sofferenza ma anche la speranza del popolo haitiano”.

Il contesto sociale sull’isola caraibica si è ulteriormente aggravato da quando nel mese di luglio 2021 è stato assassinato il presidente Jovenel Moïse e la popolazione si ritrova a lottare per la giustizia e la sicurezza.

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