AgenPress. Sono soprattutto uomini (83,6%), residenti al Nord e al Centro, con un’età media di 35 anni. Questa la fotografia dell’utente che ha chiamato il Telefono Verde AIDS e IST dell’ISS nel 2021, per un totale di 6.219 telefonate.

Le domande rivolte agli esperti riguardano soprattutto dubbi su rapporti eterosessuali con partner occasionali, le modalità di trasmissione dell’HIV e delle IST (32,4%), le procedure di testing per queste infezioni (28,0%). Un terzo dei quesiti posti dalle donne riguardano i test (dopo quanto tempo effettuarli, come e dove eseguirli), i quesiti posti dagli uomini sono incentrati, in più di un terzo dei casi, sulle vie di trasmissione dell’HIV. In circa il 10% delle telefonate emerge, ancora oggi, un’evidente disinformazione relativamente alle modalità di rischio dell’HIV.

In una proporzione pari al 36,2% di tutte le telefonate ricevute nel 2021, emerge che gli utenti afferenti al TV AIDS e IST non hanno mai effettuato un test HIV.

Questi dati del 2021 sono in linea con quelli che si evincono dalle oltre 820.000 chiamate pervenute al Telefono Verde AIDS e IST a partire da giugno 1987, e suggeriscono che tale Servizio sia ancora oggi necessario per rispondere alle esigenze informative di coloro i quali vi accedono, in quanto fornisce, in modo personalizzato, risposte supportate da solide basi scientifiche.

Inoltre, la disponibilità di una banca dati di 650 Centri Diagnostico-clinici e di 28 Checkpoint presenti su tutto il territorio nazionale, permette agli esperti del TV AIDS e IST di fornire alla persona che telefona utili indicazioni in merito a dove effettuare il test HIV e con quali modalità.

Il Servizio di HIV/AIDS/IST counselling telefonico, anonimo e gratuito attivo dal 1987, si colloca all’interno dell’Unità Operativa Ricerca psico-socio-comportamentale, Comunicazione, Formazione del Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS. L’esperienza acquisita in tanti anni di attività e le procedure operative messe a punto per fornire risposte scientifiche ai complessi quesiti posti dalle persone-utenti, hanno fatto sì che di fronte all’emergenza causata da SARS-CoV-2, l’equipe del Telefono Verde AIDS e IST, accogliesse le esigenze informative degli utenti anche in merito all’emergenza sanitaria da COVID-19, fornendo informazioni sui servizi nazionali e regionali, inviando al Numero di pubblica utilità 1500 del Ministero della Salute, ai Numeri Verdi attivati nelle Regioni e Province Autonome, ai Siti ufficiali degli Assessorati alla Salute e di Istituzioni (Protezione Civile, Croce Rossa Italiana, ecc.), addetti a fornire indicazioni alla popolazione presente nei differenti territori.

Inoltre, attraverso il Telefono Verde AIDS e IST è stato erogato un vero e proprio intervento di prevenzione primaria nell’indicare sistematicamente agli utenti la necessità di mantenere tutte le misure volte ad evitare il rischio di contagio da SARS-CoV-2, in particolar modo nelle relazioni sociali e sessuali con partner sconosciuti.

In tale contesto, è stata svolta, nel periodo marzo – settembre 2021, la survey telefonica riguardante l’Accettabilità del vaccino anti SARS-CoV-2 nelle persone utenti afferenti al TV AIDS e IST, la cui finalità è stata quella di rilevare le caratteristiche socio-anagrafiche, le conoscenze, gli atteggiamenti e i comportamenti nei riguardi del vaccino anti SARS-CoV-2 delle persone-utenti afferenti al TV AIDS e IST. Hanno partecipato all’indagine telefonica 528 utenti, per lo più di sesso maschile, giovani adulti, professionisti dipendenti, con un elevato livello di istruzione e che nel 44,3% dei casi si era già sottoposto con soddisfazione alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2.

L’area della consulenza in materia legale

Due giorni alla settimana, il lunedì e il giovedì dalle 14.00 alle 18.00, un esperto legale è a disposizione delle persone-utenti, che accedono al TV AIDS e IST, per quanto riguarda aspetti relativi a discriminazione o problematiche in ambito lavorativo e assistenziale.

La progressiva cronicizzazione dell’infezione da HIV, conseguenza di importanti conquiste della medicina, ha determinato, negli ultimi venti anni, un significativo prolungamento della sopravvivenza media delle persone con HIV, rendendo la vita di chi convive con questa infezione assai più comune che in passato.

Va tuttavia sottolineato un dato che emerge dall’osservazione della realtà odierna: gli indubbi progressi compiuti in questi ultimi venti anni dalla medicina non hanno proceduto, di pari passo, con un’evoluzione della percezione sociale della malattia e con il lungamente auspicato superamento dello stigma ad essa correlato.

Dunque la situazione attuale ci restituisce l’immagine di una popolazione di persone HIV+ sempre più numerosa e affannata nel fronteggiare la realtà di una vita familiare, affettiva e professionale in cui il peso del pregiudizio e della paura irrazionale nei confronti della malattia spesso non sono solo immutati rispetto a venti anni fa, ma in taluni casi addirittura aggravati dalle conseguenze di interventi informativi e preventivi discontinui e talvolta poco incisivi, nonché dalla contrazione del livello dei servizi socio-assistenziali e del tenore della vita in generale.

L’attuale epidemia da SARS Cov-2 ha reso questa realtà più difficile e disagevole per le persone con l’infezione da HIV, oggi cronicizzata, le quali hanno assistito ad un sensibile peggioramento del livello dell’assistenza sanitaria specie nei periodi di maggiore diffusione del COVID-19, allorché i reparti di malattie infettive sono stati letteralmente travolti dall’emergenza, con la conseguenza di divenire, in alcuni casi, del tutto inaccessibili a chi non fosse colpito dalla nuova infezione.

L’analisi delle chiamate pervenute al servizio legale del Telefono Verde AIDS e IST restituiscono il seguente quadro: delle 815 richieste pervenute tra il 2012 e il 2021, il 67,5% proviene da utenti di sesso maschile, il 32,4% da utenti di sesso femminile e lo 0,1% da utenti transessuali.

La fascia d’età maggiormente rappresentata è quella 40-49 anni (33,1%), a seguire quella di chi ha più di 50 anni (29%) e poi quella 30-39 anni (22,6%), 20-29 anni (10,1%) e solo lo 0,4% tra i 10 e i 19 anni.

Il 45,1% delle chiamate proviene dalle Regioni del Nord Italia.

La distribuzione per gruppi di persone-utenti vede una netta prevalenza 67,5% di persone con infezione da HIV, che si rivolgono al Servizio per problematiche di discriminazione, stigma e/o violazione della riservatezza dei propri dati sanitari. Rilevanti in termini numerici sono anche le richieste relative ai diritti previdenziali e assistenziali e alle problematiche di accesso alle cure, mentre contenuto, anche se significativo, è il numero di richieste attinenti ai profili di responsabilità penale da trasmissione del virus.