FT. Mario Draghi al Quirinale sarebbe una “soluzione imperfetta” ma la migliore possibile per l’Italia

AgenPress – “Da ottimo economista, Draghi conosce la teoria del ‘second best’, della seconda migliore opzione. In un mondo perfetto, dovrebbe rimanere premier per tutti i cinque anni del piano nazionale di ripresa e resilienza degli investimenti pubblici e delle riforme, il Pnrr finanziato essenzialmente dall’Ue che ha messo in carica da quando è entrato in carica a febbraio. Ma se il risultato perfetto è irraggiungibile, è giusto optare per la migliore soluzione imperfetta: vale a dire che Draghi sia eletto presidente della Repubblica dal Parlamento a fine gennaio, e da lì per i prossimi sette anni sovrintenda alle questioni come capo dello Stato”.

Lo scrive Bill Emmott, ex direttore dell’Economist e osservatore della politica italiana, che spiega oggi la sua teoria nella sezione opinioni del Financial Times. Mario Draghi al Quirinale sarebbe una “soluzione imperfetta” ma la migliore possibile per l’Italia.

Secondo Emmott infatti, in un una sorta di ‘mondo ideale’ dove esistono le “soluzioni perfette”, Draghi rimarrebbe alla guida del governo italiano per i cinque anni necessari a completare il Pnrr che ha lui stesso introdotto lo scorso febbraio. Non essendo ciò verosimile, “la migliore soluzione imperfetta” è che venga eletto presidente della Repubblica. Non fosse altro, secondo l’autore, che per quella ‘tregua’ in corso fra i partiti della coalizione di governo, con solo Fratelli d’Italia all’opposizione, destinata però a nor reggere oltre sei mesi, una volta partita la “febbre elettorale”.

Emmott sottolinea che “ciò di cui c’è bisogno è che l’equilibrio nella politica italiana penda più verso l’implementazione di lungo periodo delle riforme, in modo che tengano anche con futuri governi” e che in sostanza Draghi sarebbe più utile a supervisionare e garantire tale processo, dal Quirinale.

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