Fisco. Stretta sulle compensazioni. Debiti con lo Stato scalati dai crediti maturati

Agenpress – Il Fisco punta sia ai crediti delle imposte dirette (Irpef, Ires) e dell’Irap sia alle somme chieste a rimborso da cittadini e pensionati direttamente con i modelli “730” e “Redditi”.

Nel primo caso, l’ipotesi che potrebbe trovare posto nel Dl anti evasione sarebbe quella di estendere a tutte le compensazioni le regole oggi in vigore per quelle Iva. In sostanza per recuperare in compensazione un credito Ires, Irpef o Irap superiore a 5.000 euro, oltre al visto di conformità, prima di poterlo utilizzare a riduzione di debiti fiscali (compensazione verticale), contributivi o locali (compensazione orizzontale) il contribuente dovrà indicarlo in dichiarazione.

Se così sarà vorrà dire che per compensare i crediti Ires, Irpef o Irap imprese e professionisti dovranno attendere almeno dicembre, visto che ormai il termine per l’invio telematico del modello “Redditi” è stato spostato a regime al 30 novembre. L’altra stretta sulle compensazioni arriva da “730″ e “Redditi” delle persone fisiche.

L’operazione dovrebbe prevedere la possibilità per il Fisco di “decurtare” l’importo dei rimborsi spettanti delle eventuali somme iscritte a ruolo di cui il contribuente è debitore. Lo Stato “compenserà”, ma prima di riconoscere il diritto al rimborso azzererà o ridurrà eventuali imposte dovute e non pagate dal cittadino.

L’operazione vale  quasi tre miliardi in tre anni. La norma modifica i presupposti per compensare crediti e debiti d’imposta prevedendo la presentazione della dichiarazione per credito sopra i 5 mila euro l’anno e comunque l’obbligo di presentare un F24 tramite i servizi telematici delle Entrate.

Inoltre il Fisco potrà decurtare dall’importo dei rimborsi spettanti le imposte di cui il contribuente è debitore. Il gettito previsto da queste misure è di 1.084 milioni nel 2020, e 878 milioni nel 2021 e nel 2022.

Per fare un esempio: se un contribuente ha diritto a un rimborso di 1.000 euro annui per detrazioni (come quelle per spese mediche o lavori di ristrutturazione) ma ha pendenti con la riscossione somme per 400 euro, il contribuente si vedrà ridotto l’importo spettante a 600 euro. In questo modo si taglierebbero i tempi di recupero delle somme dovute allo Stato, si punterebbe a ridurre il contenzioso (se la lite non è stata ancora avviata) mentre dal punto di vista del contribuente il debito non finirebbe per lievitare tra interessi e somme dovute per la gestione della cartella esattoriale.

“Il piano operativo del 2019 è stato predisposto in modo tale di garantire una maggiore efficacia ed efficienza sul piano della riscossione con l’intento di avere volumi di riscossione non inferiori a 9 miliardi, 6,2 miliardi dalla riscossione ordinaria, 2,8 miliardi relativi alla previsione contenuta nelle relazioni tecniche”,  ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Antonio Maggiore, nel corso di un’audizione in Commissione Finanze alla Camera. “L’obiettivo dell’area strategica di riscossione è quello di perseguire il raggiungimento del gettito normativamente previsto garantendo la salvaguardia dei crediti affidati alla riscossione”.

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