Fase 2. Arcuri, a fine estate 100% Dpi prodotti in Italia. Pronti a picco anche superiore, non a apocalisse

Agenpress -“Alla fine dell’estate potremo liberarci di questo fardello (gli acquisti all’estero) e dire che abbiamo il 100 per cento di dispositivi di protezione individuale (dpi) prodotti in Italia, al momento è un quarto. Penso che in 40 giorni non io, ma gli italiani abbiamo fatto un buon lavoro”. Lo ha detto il commissario Domenico Arcuri in video audizione alle Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera.

“Da lunedì 4 maggio se serviranno possiamo distribuire 12 milioni di mascherine al giorno, da giugno 18 milioni, da agosto 24 milioni al giorno. Le distribuiamo gratis a sanità, Pubblica amministrazione, forze dell’ordine e servizi essenziali, da lunedì anche ai trasporti pubblici locali e alle Rsa pubbliche e private. Ma il commissario non distribuisce mascherine ai cittadini, deve metterli in condizione di comprarle a un prezzo più conveniente possibile, di qui il prezzo calmierato a 0,50 centesimi. La gente dice che non ha mascherine? Io più che darle alle categorie indicate e alle farmacie non posso fare”.

Con i ventilatori e le terapie intensive “siamo attrezzati a reggere picchi anche superiori a quelli della prima fase dell’emergenza; l’apocalisse non la regge nessuno, ma siamo tutti convinti che non ci sarà”, ha spiegato Arcuri. “Abbiamo ora circa 1.980 posti occupati in terapia intensiva su una disponibilità di 9 mila, abbiamo distribuito 4.200 ventilatori e potremmo raddoppiare il numero in pochi giorni – aggiunge -, ma non solo per ora non servono, ma non sappiamo dove saranno gli eventuali maggiori focolai” nella Fase 2.

“La previsione di distribuzione dei ventilatori è già nei nostri magazzini e attendiamo per darli alle regioni una non auspicata ripresa dei contagi che sarà possibile dopo l’allentamento delle misure – ha aggiunto Arcuri -. La quantità di ventilatori ci rassicura per una eventuale ripresa non clamorosa del virus”. “I posti in terapia intensiva – ha aggiunto – erano circa 5.200 a inizio crisi, ora sono oltre 9 mila; i posti nei reparti di malattie infettive e pneumologiche da circa 30 mila che erano si sono moltiplicati per 6. Tutto ciò è compatibile con un andamento dell’epidemia che resta nei picchi che ha avuto all’inizio della tragedia – conclude il commissario -, se assumesse, come nessuno pensa, dimensioni apocalittiche, nessun sistema sanitario al mondo potrebbe reggere”.

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