Eutanasia. Blengino (Radicali): “Mi metto a disposizione per accompagnare in Svizzera chi chiede di morire in modo dignitoso”

AgenPress. “Sono pronto a violare la legge e a rischiare fino a 12 anni di carcere per permettere a chi soffre di porre fine alla propria vita”, così il ventiduenne Filippo Blengino, membro del Comitato nazionale di Radicali Italiani e segretario dell’associazione Radicali Cuneo “G. Donadei” che si è messo a disposizione di “Soccorso Civile” dell’Associazione Luca Coscioni per accompagnare in Svizzera chi chiede di porre fine alle proprie sofferenze.

“In questo Paese, grazie alle disobbedienze civili di Marco Cappato, Mina Welby, al coraggio di DjFabo e tanti altri, la Corte costituzionale ha fatto passi in avanti, riconoscendo che non costituisce reato aiutare a porre fine alla vita nel caso in cui il paziente è affetto da malattia grave, è capace di intendere e volere e sopravvive grazie a mezzi di supporto vitale.

Non rientrano in questa categoria una serie infinita di persone, come i malati tumorali che, anche se in uno stato terminale della malattia e costretti a sopportare atroci sofferenze, non possono in nessun modo accedere a forme di suicidio assistito o eutanasia. Nonostante la mia età – continua il radicale, che già lo scorso anno violò la legge per coltivare pubblicamente della cannabis – sono convinto di questa scelta, sicuramente difficile ma consapevole.

Voltarsi dall’altra parte significa ignorare il grido di tante persone che chiedono semplicemente di morire con dignità, senza troppe sofferenze, anche in Italia”, conclude.

 

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