Enel SpA, Corte dei conti: bilancio d’esercizio 2021. Risultato netto di 4,76 miliardi di euro

AgenPress. Il Bilancio d’esercizio di Enel spa ha chiuso il 2021 con un risultato netto di 4,76 miliardi di euro, più che raddoppiato rispetto al 2020 e influenzato, in particolare, dall’entrata dovuta alla cessione del 50% del capitale di Open Fiber spa e dai proventi da partecipazioni, parzialmente compensati dalle rettifiche di valore delle stesse.

È quanto emerge dalla relazione sulla gestione 2021 di Enel spa, approvata dalla Sezione controllo enti della Corte dei conti con Delibera n. 30/2023, in cui la magistratura contabile ha rilevato una crescita 2021 del patrimonio netto della società (34,97 miliardi di euro) pari al 13,74% rispetto al 2020, imputabile principalmente all’utile complessivo, alla distribuzione dei dividendi e all’emissione di obbligazioni ibride perpetue.

Questo – ha specificato la Corte – in un contesto in cui la progressiva ripresa delle attività economiche dopo le chiusure della pandemia ha prodotto squilibri tra domanda e offerta su scala globale, causando distorsioni sulle catene di approvvigionamento, spingendo verso l’alto i prezzi delle materie prime (comprese quelle energetiche) e generando spirali inflazionistiche.

I risultati del Gruppo sono stati influenzati da un incremento dei ricavi (33,3%) dovuto alle maggiori vendite di energia a prezzi medi crescenti e da un incremento dei costi (44,2%), legato prevalentemente ai maggiori approvvigionamenti dei combustibili con prezzi medi in aumento. Sempre a livello di Gruppo, il bilancio consolidato al 31 dicembre 2021 si è chiuso con un risultato netto di 3,189 miliardi di euro, in aumento del 22,2% sui 2,610 del 2020, esercizio maggiormente condizionato dagli effetti pandemici sul settore dell’energia.

Si attesta ancora al 23,6% circa la partecipazione del MEF al capitale di Enel, in presenza di un’elevata quota di azionisti (investitori istituzionali italiani ed esteri, oltre a circa 640.000 risparmiatori individuali, detentori di circa il 17% del capitale) e una proprietà diffusa (il cosiddetto “flottante”) che ammonta, quindi, al 76,4% circa in capo al mercato.

Il patrimonio netto 2021 del Gruppo (29,653 miliardi di euro) cresce del 4,7% rispetto ai 28,325 miliardi del 2020, sostanzialmente in virtù dell’utile dell’esercizio e dell’aumento della riserva per strumenti di capitale. Diminuisce invece del 9,6% il patrimonio netto di terzi. L’indebitamento finanziario netto 2021 del Gruppo, attestatosi a 51,95 miliardi di euro, è in aumento del 14,4% sul 2020, principalmente per effetto del fabbisogno generato dagli investimenti del periodo.

Persiste – rileva, infine la Corte – una tendenza in crescita dell’indebitamento, con il rapporto tra indebitamento finanziario netto ed Ebitda ordinario in crescita rispetto all’anno precedente (pari a 2,7), seppur ancora inferiore alla media di settore.

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