Elezioni. Rotondi: “Sosterrò Giorgia Meloni, da elettore, non da eletto”

AgenPress. In queste ore la politica italiana somiglia tragicamente alla definizione che ne diede un grande del vecchio Psi, Rino Formica: sangue e merda, perfettamente miscelate nella formula della terza repubblica.

Oggi, come nel 1994, si decide l’assetto del paese che verrà. Berlusconi ha il virus della scomposizione, soltanto Meloni può ricomporre il nostro campo largo, perciò sosterrò Giorgia Meloni, da elettore, non da eletto, che è una condizione eventuale ma non necessaria.

Il mio antico maestro Gerardo Bianco se ne è indignato, l’eterno Cirino Pomicino ha acceso le sue antenne più attente, ed è partito il tam tam di telefonate tra democristiani, più efficace di un sondaggio, più diretto di una chat.

Forza Italia ha perso quota, anziché confermarsi la sigla della ricomposizione, ha contratto il virus della scomposizione, totalizzando una decina di scissioni in dieci anni. Pareva che l’eredità forzista dovesse essere raccolta da Salvini, ma il Capitano l’ha dispersa tra governo gialloverde, Papeete e mezza dozzina di giravolte tattiche.

Poi è apparsa all’orizzonte Giorgia Meloni, con una storia di destra alle spalle, ma un fiuto politico che le ha aperto mercati inimmaginabili, fino a portarla a conquistare il voto di un italiano ogni quattro.

Dopo la Dc e il berlusconismo, riproviamo a costruire il nostro campo largo, e non ci importa di chiamarlo centro o destra, perché alla guida c’è una ragazza nata trent’anni dopo il fascismo, e tre dopo il referendum del divorzio, che segnò la fine dell’egemonia democristiana.

Chissà che non tocchi a lei di ridarci la terra promessa, l’orizzonte di un impegno politico pieno dei cattolici in un campo moderato fieramente maggioritario. È questa la partita del 25 settembre, altro che i collegi dei centristi e le quote dei partiti maggiori.

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