AgenPress. Giudizio assolutamente negativo per tutte le liste e coalizioni candidate alla competizione elettorale del 25 settembre. La maggioranza delle liste non contempla programmi specifici circa la tutela degli animali o sono rappresentate da candidati non credibili, inaffidabili ed addirittura ostili agli animali.
Sempre i soliti partiti e coalizioni, sempre i soliti nomi mescolati nelle varie liste a seguito di deplorevoli cambi di casacca rigorosamente sul carro del probabile vincitore di turno in cambio di una nuova poltrona da 20 mila euro al mese. Tutto come sempre, nulla cambia anche in relazione alle politiche avverse agli animali. L’offerta politica vede partiti e leader che, nella quasi totalità, già hanno governato l’Italia. Sia il centro destra che il centro sinistra che il Movimento 5 stelle hanno votato a favore di uno o più argomenti di seguito riportati: Direttiva europea 63/2010 pro-vivisezione, in riferimento all’articolo 13 della Legge di delegazione europea 96/2013, la cosiddetta norma “restringi-vivisezione”, Il Governo Letta ha stravolto e affossato ben dieci punti su 13 precetti previsti dall’articolo, non ha, infatti, rispettato il divieto di esperimenti senza anestesia o analgesia, aggira lo stop a esercitazioni didattiche con animali, straccia le limitazioni su animali geneticamente modificati e il riutilizzo in più test, vara un fondo per i metodi alternativi destinato all’84% a chi effettua vivisezione facendo slittare di quattro anni il divieto di prove con animali per xenotrapianti, alcool e droghe.
Il Governo Renzi ha agito in linea di continuità con il predecessore mentre l’ex ministro Grillo del Governo Conte è colpevole di aver sostituito il tavolo tecnico scientifico del Ministero della Salute sui metodi sostitutivi all’uso degli animali con uno pro-vivisezione, il medesimo ministro firmatario del protocollo tra Italia e Cina concernente le esportazioni di carni suine per un fatturato export pari a 50 milioni di euro “Sono orgoglioso di poter dichiarare che si tratta di uno straordinario risultato per il nostro Paese che ASSICA – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi – ha contribuito a raggiungere”. Le nuove misure del Governo Draghi per la caccia e l’abbattimento dei cinghiali, un disegno di legge prevede l’allungamento del periodo di caccia, dal 15 settembre al 15 febbraio, e la possibilità di abbattimento degli esemplari che si avventurano nelle aree urbane.
Amministrazioni regionali e locali responsabili dei provvedimenti di abbattimento di orsi, lupi, cani inselvatichiti ed ibridi, cinghiali, daini e nutrie, della pre apertura e prolungamento del periodo venatorio, dell’ utilizzo di richiami vivi nella caccia, della caccia in deroga a specie protette con delibere e leggi regionali non conformi alle direttive comunitarie. Amministrazioni responsabili anche dei finanziamenti elargiti alle sagre storico-culturali con sfruttamento di animali. Implementazione di allevamenti intensivi definiti dalla Food and Agricolture Organization, a nome delle Nazioni Unite, “un vivaio di malattie emergenti” sono responsabili dello sviluppo delle pandemie ed episodi di straordinaria gravità.
Negativo anche l’unico partito di opposizione, FdI di Giorgia Meloni, che annovera politici come l’industriale Fiocchi, Membro del Parlamento europeo, titolare dell’omonima azienda specializzata nella produzione di cartucce e munizioni per la caccia da sempre legata al mondo venatorio, che così recita “Chi pratica l’arte venatoria è spesso visto e percepito come un problema, invece io ritengo sia una risorsa”. La caccia insegnata a scuola è la proposta dell’assessore all’istruzione della regione Veneto, Elena Donazzan, anch’essa di FdI come la deputata Maria Cristina Caretta, presidente nazionale Confavi (Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane) e l’eurodeputato Sergio Berlato, coordinatore per il Veneto di Fratelli d’Italia e presidente dell’Associazione Cacciatori Veneti, che votò favorevole alla direttiva europea pro-vivisezione unitamente a Elisabetta Gardini coordinatrice provinciale FdI candidata uninominale alle elezioni del 25 settembre.
Osserviamo, anche, che i nuovi partiti anti-sistema presentano un copia ed incolla della proposta delle associazioni animaliste ma nelle proprie liste non c’è traccia di candidati impegnati nella tutela degli animali.
Il Partito Animalista Europeo ha formalmente richiesto un incontro (non corrisposto) con i leader delle coalizioni e delle forze anti-sistema circa la necessità di integrare nei temi della campagna elettorale anche quelli relativi alla tutela giuridica degli animali, in modo approfondito e credibile, nella consapevolezza che anche il migliore programma se non attuato con la giusta incisività resterà disatteso. I fatti confermano che da sempre le promesse elettorali in difesa degli animali sono state mantenute nell’ordine dello 0%, promesse fatte unicamente per racimolare voti da cittadini sensibili ed animalisti sprovveduti. La credibilità non è fatta di parole, è fatta di nomi di facce di azioni compiute, lotte e conquiste, sempre coerenti e protratte nel tempo…tutto il resto sono menzogne elettorali !!! Il PAE invita all’astensione dal voto.
Dichiarazione del presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli.